Questo post é stato letto 24120 volte!
Recensione di Marina Crisafi pubblicata su Calabria Ora
“Un’organica sistemazione dei fatti, delle contraddizioni, delle vere e proprie provocazioni, delle inqualificabili prese di posizione che in questi anni hanno reso assolutamente paradossale la vicenda della Lega Nord.
Un partito che, coi suoi riferimenti identitari, per le sue posizioni “scorrette” e stravaganti stringenti temi dell’attualità, nel resto d’Europa, in qualsiasi altro paese civile e democratico del mondo, sarebbe stato confinato ai margini del sistema politico”.
Così Luigi Pandolfi sintetizza nella premessa, il contenuto del suo saggio “Lega Nord. Un paradosso italiano in cinque punti e mezzo” pubblicato da Laruffa Editore. Un saggio che non contiene scoperte inedite, tiene a sottolineare l’autore, ma fatti e verità appartenenti alla cronaca conclamata e fin troppo nota degli ultimi vent’anni di vita politica italiana.
Un vero paradosso che emerge dalle pagine della ricerca politologica del giovane intellettuale calabrese, suddiviso, appunto, in cinque punti e mezzo: dai comportamenti razzisti alla politica migratoria, dalla “Roma ladrona” al “familismo” sino al federalismo. Pandolfi parte proprio dalla propaganda razzista e xenofoba che accomuna il partito della Lega ai principali movimenti dell’estrema destra europea, trovando similitudini e differenze, tra cui, principalmente, quella che gli omologhi del Carroccio nostrano sono tenuti ai margini della vita istituzionale o addirittura sottoposti a misure di censura e scioglimento, per manifesta incompatibilità con i principi fondanti dei rispettivi ordinamenti costituzionali, mentre in Italia hanno trovato per anni piena legittimazione tra le forze di governo.
Punta, quindi, il dito sulla questione del “separatismo” e sul principio dell’indivisibilità della Repubblica, passando alle testimonianze contraddittorie sulla decantata “diversità” del partito padano e concludendo con un “mezzo punto” sul federalismo e una “simpatica” appendice. Attenzionando, in definitiva, sulla “capacità corrosiva” di un partito “eversivo” e al contempo “integrato” che anela all’indipendenza, imprecando quotidianamente contro “Roma ladrona”, interiorizzando, di fatto, i vizi del sistema che condanna a gran voce. “Una vera storia all’italiana non c’è che dire – per usare le parole dello stesso autore – ardita e paradossale come tante altre storie del nostro bel paese”.
Questo post é stato letto 24120 volte!