L’altro Aspromonte. Attenzione alla Sibilla

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Di Alfonso Picone Chiodo

La figura della Sibilla è antichissima e ricorrente in diverse montagne dell’Appennino (come i Sibillini che ne prendono il nome) ma in Aspromonte costituisce un singolare collegamento con la Madonna della Montagna di Polsi. Ad essa, infatti, figura benigna e materna, si contrappone quella negativa e vendicativa della Sibilla detta anche Sibilia, Maga Saba, Saba Sibillia. La tradizione popolare ritiene che dimori in una grotta nascosta tra i dirupi che da Montalto, tra Puntone Iuncàri e la Contrada Crànzari, precipitano verso Polsi.

Allorché da questi impervi valloni precipitano massi o piccole pietre staccantisi spontaneamente dal fianco del monte, i pastori fuggono atterriti, vedendo nel fenomeno un ammonimento della Sibilla che non vuole essere visitata da alcuno; pertanto, quei luoghi sono pressoché inviolati e guardati con timore. Per tal motivo quando termina a Polsi la processione mariana, la statua della Madonna viene fatta girare rapidamente su sé stessa in modo che guardi verso Montalto, dove è la Sibilla che vede gli omaggi di fede dei cristiani. Essa, infatti, freme e riaprirebbe la lotta contro il bene provocando terremoti, gridando e lanciando massi sulla folla dei pellegrini se si accorgesse che la statua della Madonna le rivolge le spalle. È per questo che la Madonna, dalla sua nicchia, guarda continuamente verso Montalto: ella veglia continuamente sui suoi fedeli tenendo a bada le ire della Sibilla.

Così la descrive il Carbone-Grio in “Le caverne del subappennino” del 1877: “La Saba-sibilia s’apre a levante del Pater Appenninus, sul punto culminante di Montalto. Una selva di pini, di larici e di altre selvagge essenze ingombra il sito su cui si apre la grotta ch’è argomento di superstiziose, paure ai montanari e legnaiuoli dei paesi circostanti, i quali raramente si avventurano soli su quella rupe presso che inaccessibile”.

Vi sono stato anni fa, guidato da Antonio Barca, da Serro Cerasia e poi superando scalinate rocciose quasi verticali. Fino a raggiungere un anfratto ombroso ma non profondo. La Sibilla non l’abbiamo trovata ma l’ambiente incuteva timore e abbiamo guadagnato il piano di Serro Juncari grati di non averne scatenato l’ira.

Per maggiori dettagli:

laltroaspromonte.it

 

 

 

 

 

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Author: Redazione_Cultura