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Nel silenzio,
nel tutto e nel niente,
facevi capolino venendomi incontro timida e ardente.
Prepotente come necessità di vita.
Come quando scali un monte troppo alto,
Dove la vetta non si vede,
Tu, arrivavi in mio soccorso,
E per te le mie gambe stanche continuavano il loro percorso.
Poi, d’un colpo sei sparita,
Lasciandomi da sola ad affrontare la salita,
Dove ora gambe troppo stanche non trovavano vita.
Ma non ti avevo perso,
eri solo assopita,
E io affranta e abbattuta,
ho rivolto sguardi nel vuoto
Per ritrovarti in ogni viso, in ogni cosa.
Dopo tanto tempo passato a guardare il mondo che gira,
ho deciso anche io di far parte di quel movimento.
E non ti lascio.
No. Non ti lascio.
Perchè tu sei vita che nasce dai pensieri
E si trasforma nelle dita.
Perchè un foglio e una matita
Sono la passione che mi ha riportato a poter riprendere quella salita
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