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di Salvatore D’Aprano
Scende dal firmamento
accompagnata
dalla musica del vento,
cristallina e lieve,
la candida neve.
Come portentosa fata
tutto muta al suo passaggio
e fa della misera contrada
un fiabesco paesaggio.
Nevica sulla siepe,
nevica sul prato
sulla casa di Dio
e su quella del peccato.
Nevica sulle tombe
del mesto cimitero
e sui passati fasti
del vecchio maniero.
Sui gelidi tuguri
screpolati e senza sole,
sulle sontuose ville
inondate dal tepore.
Nevica sulle ingiustizie,
nevica sul dolore,
sull’effimera gioia;
nevica sullo squallore.
E continua a cadere
cristallina e lieve
la candida neve.
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