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“Io non conoscevo nessuno, non appartengo a nessuno, avevo soltanto voglia di aggredire le cose, sventrarle e dirle, scriverle, anzi”, Adele Cambria
E’ morta Adele Cambria, giornalista e scrittrice. Anticonformista e impavida, una ricchezza irripetibile.
Si è spenta a Roma il 5 ottobre all’età di 84 anni, una delle personalità più significative, che ha dato lustro e avanguardia nel panorama del giornalismo italiano.
Nativa di Reggio Calabria, dopo aver concluso gli studi universitari in giurisprudenza, si trasferì a Roma dove incominciò a scrivere in note testate giornalistiche: il Mondo, l’Unità, l’Europeo, l’Espresso, la Stampa, il Messaggero.
Ha collaborato con la Rai come autrice di trasmissioni sulla questione femminile e sul Meridione d’Italia.
Una voce libera, indipendente senza padrone, allergica ai giochi di potere, una nota stonata tra tante copie, che brillano a intermittenza.
È stata tra le prime attiviste del movimento femminile in Italia e fondò la storica rivista EFFE.
La coerenza con le idee e principi è stata sempre in equilibrio, tanto da collezionare nove dimissioni da importanti giornali e un processo per apologia di reato, in qualità di direttore responsabile della testata “Lotta Continua”.
“Vado a vedere con i miei occhi -aveva dichiarato la giornalista Cambria- è questa la mia linea di comportamento”.
Amica di Pasolini, Morante, Moravia e delle giornaliste Oriana Fallaci e Camilla Cederna, nomi indiscussi, che hanno fatto della libertà, il pane quotidiano.
Adele Cambria, ha amato profondamente la sua terra, la città di Reggio Calabria ma è noto, che con i reggini non aveva un buon rapporto, ma non ha smesso mai di scrivere per la sua adorata città.
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