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Attirava sguardi persi nel sole,
sembrava un’ edera verde arrampicata su muri di pietra,
incessante il reverbero mi dava luce.
E sapevo ma non vedevo….
e pensavo ma non chiedevo.
Mi inginocchiai quel giorno sui banchi di una chiesa.
Dissi: “Perdono per cio’ che sono”.
Un frutto acerbo era il mio amore.
Era triste lasciandomi in riva al mare,
era bello avvolgersi in sogni lambiti da mille poesie.
Non e’ sempre pronta la pianta che perde il suo frutto…
un frutto acerbo ho mangiato e ancora non so se e’ quello che mi ha cambiato.
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