Guellarè, il nuovo cd di Cataldo Perri, cantautore del Mediterraneo

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di Franco Vallone

Si intitola Guellarè il nuovo cd del musicista – medico –  ricercatore Cataldo Perri, definito il “Cantautore del Mediterraneo”. Un titolo, Guellarè, che significa bambino in Arabo, una delle tante parole rimaste impigliate nel dialetto calabrese a testimonianza delle molteplici contaminazioni fra i popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

La Calabria di Guellaré è crocevia di saperi, culture, drammi, speranze, sapori e suoni, ed il “Suono”, per Cataldo Perri, è il più forte richiamo della memoria. Nel lavoro di Perri ci sono le voci dei mercanti, il rumore della risacca del mare, le storie piccole e grandi e le tante suggestioni che rimandano all’antica matrice del “Mare Nostrum”.

A sentirlo e risentirlo, il nuovo cd di Cataldo Perri, ci si accorge che lo sguardo dell’autore si è ampliato ancora di più, c’è una sorta di espansione verso l’est dell’Europa e ancora verso il sud del sud, verso il vicino Oriente, perso il Mar Nero, verso i luoghi arabi.

Le variegate sonorità testimoniano continuamente tutto questo, ma ci sono anche gli stessi luoghi appena citati riportati nel Sud d’Italia attraverso i popoli migranti che arrivano sulle nostre coste con le carrette del mare, gente errante, viaggio in cerca di speranza, di lavoro, di nuova vita. Poi ci sono ancora i suoni lontani, mai dimenticati, dell’antica emigrazione italiana, c’è la traversata dell’Oceano, c’è la ‘Merica, l’Argentina con i suoni affascinanti e passionali del tango, e c’è anche il vicinissimo vociare del colorato mercato di Cariati e dei mille altri luoghi della Calabria, con i venditori di pesce, di cozze, di frutta e verdura che cantano ogni giorno la loro propaganda come antiche sirene, per affascinare e richiamare i clienti a comprare la loro mercanzia.

Lo scrittore Carmine Abate così scrive presentando il lavoro di Cataldo Perri: “In Guellarè c’è uno sguardo narrativo, epico, più che struggente nei confronti del tempo che passa e della vita in generale. Per questo motivo, più che nostalgia, mi piace definire questo sentimento con un neologismo : ‘Struggenza’, cioè uno struggimento pieno di potenza, che bandisce i piagnistei e le lamentele ed esalta, senza retorica, la forza della bellezza, dell’amore, della vita”.

Un Cd pieno di contenuti, dove ogni nota, ogni sonorità, ogni voce rimanda a significati profondi della vita, del tempo, del luogo, di persone ed è lo stesso autore a spiegarci alcuni concetti legati ai singoli brani del cd: “il mio Sud è amore e indignazione, perché è anche così che si deve raccontare il Sud, terra di partenze ma anche di speranze e accoglienza per i tanti fratelli che rincorrono un sogno di felicità e che troppe volte trovano la morte sulle loro carrette di mare (“Il sangue dei migranti non ha il colore della pelle, è rosso del dolore degli erranti della terra”).

La Tarantella diventa Tarabella, esempio di come la danza, pietra miliare identitaria del Sud, partendo dalla tradizione possa diventare anche nuovo linguaggio espressivo. Un linguaggio pregno di contaminazioni e che nella title track Guellarè, si fa musica e suono. Il sud e la cultura della famiglia, il rapporto coi genitori, la loro tenerezza nell’essere coppia e la loro tenacia nell’andare oltre le macerie di una guerra per offrire ai figli una condizione socio economica migliore; Il tempo e il pudore non ci hanno permesso troppe volte di testimoniare loro affetto e gratitudine.

Il paradosso della comunicazione attraverso i social-network, la richiesta di amicizia su Facie puke, le ossessioni psicodrammatiche del mondo virtuale di eternit di un Sud umile. Controvento è il sussulto di dignità dei pescatori di Cariati che preferivano buttare il pescato sulla battigia piuttosto che svenderlo al racket del pesce”. Il mare, nel percorso artistico di Cataldo Perri, è una costante ed è fonte di vita, di scambi ma a volte teatro di tragedie “come quando 12 pescatori calabresi persero la vita in una Malanottata del Capodanno 1974.

Ricco come i colori del Mediterraneo, Guellarè ha posto per la nostalgia della magia dell’infanzia, Nel vento d’Africa e l’auspicio che i popoli non vengano distinti in base al colore della pelle ma riconosciuti come una parte de L’anima du munnu”. Guellarè è interamente arrangiIato e suonato da “Lo Squintetto”: Piero Gallina, Enzo Naccarato, Nicola Pisani, Carlo Cimino, Checco Pallone. Ospiti del disco : Rosa Martirano, Ouadie Farhat, Alessandro Castriota Skanderbeg, Serena Ciofi e Lorenzo Aristodemo.

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Author: Cristina

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