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“Anatomia di una disfatta parte dalla ambizione di mettere in fila, una dopo l’altra, le varie testimonianze dei protagonisti delle elezioni comunali di Cosenza del 2016, in forma di altrettanti racconti. Elezioni, bisogna dirlo subito, il cui esito ha lasciato con in bocca il sapore della scontentezza una certa parte della città più attiva politicamente, quella sinistra che credeva di contare e che invece ha visto il proprio potere, insieme al proprio prestigio, implodere come mucchi di sabbia prima creduti solide rocce…”.
Così il sociologo Giap Parini nella prefazione a “Anatomia di una disfatta”, di Sergio Aquino (Pellegrini editore), libro sulle ultime elezioni comunali a Cosenza in uscita in tutte le librerie.
Un tentativo, quello di Aquino, di analizzare personaggi e fatti tenendo ben presente che, come dice Parini: “Anche quanti tra di noi si sforzano di essere limpidi ai massimi livelli immancabilmente si trovano a inforcare occhiali filtranti: modo situato e personale con il quale abbiamo accesso a quella cosa complessa, inarrivabile, inattingibile a cui diamo nome di verità”.
Aquino però prova ugualmente a vestire i panni dell’osservatore obiettivo, intervistando uno ad uno i protagonisti di quella competizione elettorale e facendo così emergere diversi profili politici, tra quelli che Parini chiama gli “sconfitti che un poco ce lo aspettavamo ma anche no”, quelli che “vinco tutto io”, passando per i “dai che ci riprovo!”, fino al “candidato fantasma”, quello che prima c’era e poi è scomparso…
Dieci interviste, cinque ai candidati e cinque a personaggi politici che hanno avuto un ruolo nella campagna elettorale, per provare a descrivere quella che purtroppo finisce per essere “una fulgida rappresentazione agonistica di fronte alla quale la città, pubblico pagante, non fa altro che assistere, magari prendendo le parti dell’una o dell’altra fazione nella speranza che vincano dei colori rimasti ormai sbiaditi, ma nella consapevolezza di una incolmabile distanza”.
Per tutto il libro, inoltre, aleggia sia nella ricostruzione, sia nelle dichiarazioni degli intervistati, l’ipotesi che la sconfitta sia stata abilmente costruita a tavolino. Alla fine, tra le domande che il lettore si farà, di certo ce ne sono due: chi e perché ha fatto (di nuovo) in modo che il centrosinistra perdesse le elezioni?
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