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Recensione di Marina Crisafi pubblicata su Calabria Ora
‘Cercando le sorgenti del Sant’Agata’ di Giulio Carini, pubblicato per i tipi di CSA Editrice, è la Calabria vista con gli occhi di un bambino che vive la separazione dalla propria terra verso una città sconosciuta e nemica.
L’autore racconta il momento del distacco dall’amato San Salvatore per trasferirsi a Reggio, con la tristezza di chi quasi andasse “a Novaiorchi”, attraverso descrizioni minuziose ma anche dure e crude, riuscendo a calare il lettore nell’atmosfera di un tempo, come poteva essere quella di un paesino dell’entroterra reggino negli anni cinquanta.
Le corse lungo la montagna ‘a chi arriva ultimo è fesso’, le ‘putije’ del vino, la rivendita di sale e ‘chinino dello Stato’, l’acqua buona di Melia e il confronto con quella del rubinetto della nuova casa, verso la quale persino ‘l’acqua della fontanella di San Giovanni diventava pura e fresca di sorgente’.
Ogni momento, ogni situazione o personaggio sembrano prendere vita dalle pagine del libro, sembra quasi di sentire gli odori e i sapori di un paese “scandito dal canto del gallo o dall’orario dell’autobus di Mannarella” e della città immersa nei rumori, nel traffico, dove le uniche consolazioni per un bambino strappato ai propri monti erano il mare, la festa della Madonna e la “sagoma familiare del monte San Demetrio” vista dal balcone di casa.
Una narrazione fluida e travolgente che contagia il lettore facendo leva sulle descrizioni, sulle emozioni e sulle leggende. Trovano posto Colapesce, le gesta di Peppe U Saracinu, l’Etna, fucina del marito di Venere, ma anche Nettuno e il colpo di tridente col quale creò lo Stretto, Scilla e Cariddi, Odisseo e Turi, giovane rapito nel sacco dei mori che divenne grande e potente ras. Attraverso i miti magnogreci di cui Reggio è intrisa, il Carini intreccia con leggerezza i profondi ed acuti riferimenti alla realtà sociale e culturale contadina, con le sue asprezze e la sua drammaticità.
“Cercando le sorgenti del Sant’Agata” è, infatti, prima di tutto un romanzo che offre uno spaccato reale della vita popolare, del latifondo, delle lotte per la terra, delle battaglie sindacali, della ndrangheta, e, soprattutto, delle migrazioni forzate. È la storia, amara come tante altre, di un figlio della nostra terra costretto a partire, ad assorbire nuovi odori, nuovi sapori, facendoli propri, pur non potendo dimenticare le radici che rimangono per sempre avviluppate all’anima.
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