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“Bisogna cambiare la composizione della Corte costituzionale, cambiare i poteri del presidente della Repubblica e dare piu’ potere al presidente del Consiglio e al Governo”. Dichiara Silvio Berlusconi al fianco del governatore della Calabria Scopelliti e della candita a sindaco di Crotone Dorina Bianchi, facente capo al Udc, nonostante la rottura tra questo partito e il premier a livello nazionale, che pure è stata rimarcata dallo stesso premier in un attacco diretto a Casini, come causa delle inefficienze del governo.
E, infatti, ancor prima della conclusione del comizio, Casini fa già saper che non andrà a Crotone come aveva programmato “perche’ – dice – non posso accettare che un candidato sindaco designato dal mio partito non reagisca alle provocazioni di un Presidente del Consiglio che attacca il leader dell’Udc”.
“In queste condizioni- aggiunge Berlusconi- e con i PM di sinistra che sono una malattia della democrazia, la sovranità non appartiene piu’ al popolo. Non lo possiamo più tollerare” attacca il premier, continuando sulla scia della delegittimazione del potere giudiziario, nonostante i numerosi moniti del Capo dello Stato, del Presidente del Senato, dell’Anm e di tutte le forze politiche moderate.
La visita a Crotone del Presidente del Consiglio ha creato sconcerto in molti crotonesi, consapevoli della pura funzione di campagna elettorale di questa visita. E’ infatti la prima visita a Crotone di Silvio Berlusconi, dopo 18 anni di inviti declinati.
“Al prossimo Cdm presenteremo una legge per l’incremento dei membri del governo”, spiega alla folla di tifosi calabresi ammucchiati nel Palamilone, mentre si intravedono, oltre agli incalliti ultras della destra, dei gruppi insoddisfatti della situazione politica nazionale, regionale e locale.
Il Premier non ci ha mai ascoltato nè sostenuto in nessun modo, la sua politica filoleghista è sempre stata attenta alle più proficue cittadine del nord, dimenticando le città problematiche, inquinate da malavita e scorie, clientelismo ed arretratezza, come Crotone. Una provincia calabrese dimenticata non solo dal governo, ma anche dai vertici regionale, i quali hanno avuto il coraggio e la faccia tosta di prendersi gioco di noi, stanziando milioni e milioni di euro per la Sanità a Cosenza, Catanzaro e soprattutto Reggio, ma dimenticando completamente Crotone, nonostante forse sia quella con le più urgenti necessità.
Il governo ci ha privato dei fondi per la Strada Statale 106, che tante vittime continua a mietere soprattutto tra i giovani; non è stato in grado si completare l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, per la quale l’Italia intera ci deride, e ha avuto altresì il coraggio di promuovere nient’altro che la costruzione di un ponte sullo stretto di Messina, a spregio dei problemi veri del territorio e dei lavoratori, con il solo obiettivo di ingannare il popolo con una opera tanto grande e costosa quanto inutile.
Ma oggi Silvio Berlusconi, solo per motivazioni elettorali, è venuto a Crotone, la più decadente cittadina calabrese, per la quale mai alcun interesse ha mostrato in tanti anni di governo, ed è venuto non ha portare proposte concrete, bensì, anche qui, tra i cittadini inferociti e sfiduciati, i suoi problemi con la giustizia, le sue lotte personali per il potere, la sua antipatia per la magistratura ed il Csm. E’ venuto a raccontare barzellette su i politici di sinistra che “non si lavano”, e sulla spazzatura che andrebbe “portata in procura”, ad attaccare il colle promettendo che ne taglierà i compiti e a “promettere lungo e mantenere poco”.
E non ci sono soltanto impegni politici per il Premier in visita Crotone.Stasera egli sarà infatti ospite d’onore del ristorante “Da Ercole”, nel quale lo chef virillo lo accoglierà con un menù degno di un imperatore, etichettato come il “Menù del Presidente”. Le portate saranno servite su un particolare vassoio a forma di Calabria realizzato dal maestro Da Brescia.
La sala è stata preparata con sfarzo ed attenzione dei dettagli da Sergio Lerro, responsabile dell’allestimento. Insomma tutti gli onori degni di un presidente del consiglio che aspira ancora ad accrescere il suo potere, uno schiaffo alla povertà e alla disoccupazione del suo paese.
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