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È stata una lunga riflessione quella che ha caratterizzato la presentazione del libro “Senza Targa – per non morire la seconda volta di ‘ndrangheta” scritto dai giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo, svoltasi nella serata del 23 alla Torre aragonese di Torre Melissa.
Una lunga riflessione partita con gli interventi forti dei protagonisti del libro, quattro dei quali hanno preso parte alla serata: Carolina Girasole sindaco di Isola di Capo Rizzuto; Romano De Grazia presidente onorario dell’alta corte di cassazione; Mario Congiusta padre di Gianluca, un ragazzo, un giovane imprenditore, una vittima della ‘ndrangheta e Marisa Garofalo sorella della collaboratrice di giustizia Lea anche lei vittima della ‘ndrangheta. I quattro, presenti in rappresentanza delle dodici storie di buona vita contenute nel libro, dodici apostoli come li definiscono gli autori, hanno portato ad esempio di quella «buona vita di Calabria» il loro vissuto, le loro battaglie, il loro disperato e lucido sguardo su tutta la Calabria quella chiara e quella scura, tutto l’amore e tutto l’odio per una terra che li ha generati e feriti, una riflessione che ha catturato e coinvolto il pubblico numeroso, e che ha soddisfatto gli autori «è a questo che serve ‘Senza Targa’» ha dichiarato la giornalista Paola Bottero proponendo nel suo intervento, volto a chiarire la scelta di parlare della Calabria della buona vita, una bella metafora «per noi la Calabria è come un mare nel quale vive una piovra gigantesca che lo sporca con il suo inchiostro, tutti vedono la piovra e il nero del suo inchiostro, noi invece abbiamo scelto di raccontare il mare», «abbiamo voluto raccontare in modo diverso – ha proseguito Alessandro Russo – siamo giornalisti e come tali siamo abituati a raccontare i fatti in maniera asettica, diamo al lettore solo il dato, verificato, analizzato ma sempre e solo quello, con ‘Senza Targa’ abbiamo deciso di raccontare di pancia per dare visibilità a questa Calabria viscerale e vera».
Soddisfazione anche da parte del sindaco di Melissa Gino Murgi, che aveva fortemente voluto che si svolgesse a Torre Melissa la presentazione , «ero certo che queste storie avrebbero avuto l’attenzione dei miei concittadini, dopo tutto per me sono loro l’esempio della buona vita – ha detto Murgi – questa è la Calabria che dobbiamo raccontare al mondo».
Presente alla serata anche il prefetto Vincenzo Panico, che ha lodato l’iniziativa ma soprattutto rimanendo accanto agli apostoli del libro ascoltando lo sconforto, le richieste e le critiche e portando ad esempio il suo lavoro e l’impegno delle istituzioni ha mostrato quella faccia dello stato che non solo si schiera con i cittadini ma gli sta affianco consapevole che la lotta alla ‘ndrangheta deve essere una lotta comune.
Importante è stata poi la presenza oltre che delle istituzioni, dei rappresentanti delle forze dell’ordine e dei rappresentanti sindacali del Crotonese anche di molte associazioni del territorio, esempio di una rete che se ancora non è stata creata ha decisamente le basi per nascere e funzionare, tra queste oltre le due sezioni di Libera di Crotone e di Cirò Marina anche l’associazione Agorà, ‘Fabbrikando l’avvenire’ e altre ancora.
La conclusione della serata è stata affidata al cantastorie Danilo Montenegro che ha riproposto con la sua musica fatta di ricerca e di passione in uguale misura quell’orgoglio e quella voglia di riscatto che sono fondamento della «buona vita di Calabria».
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