Questo post é stato letto 44350 volte!
L’impegno dell’Italia nel mondo per la difesa della pace, spesso in luoghi di guerra, ci inorgoglisce come Nazione. Allo stesso tempo impone ad ognuno di noi, anche e soprattutto nelle periferie del Paese, di difendere il valore della democrazia e del dialogo interculturale. Che sono conquiste mai definitive ma da difendere ogni giorno. La coesistenza tra diversi, ancor più in periodi di profonda crisi economica come quella che stiamo vivendo, deve essere considerata valore aggiunto delle nostre società.
È quanto ha affermato il Sindaco Luigi ARRIGHI, intervenendo domenica 4 novembre alla manifestazione nazionale e cittadina per la Festa dell’Unità e delle Forze Armate.
Tra i partecipanti alla cerimonia solenne, anche il Presidente del Consiglio comunale Salvatore GRECO ed il comandante della Polizia Municipale Domenico VETERE.
Ad onorare gli eroi Caduti in guerra è stata la Banda Musicale cittadina “Leonardo da Vinci” diretta dal Maestro Fabio DURANTE.
Le note de “Il Silenzio” prima, quelle dell’Inno di Mameli poi, hanno emozionato i numerosi presenti, strettisi in un coro improvvisato, accomunati dalla volontà di rendere omaggio a quanti hanno sacrificato la propria vita per la Patria, i diritti e la Pace nel mondo.
Al termine della Santa Messa, officiata nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo da Don Rosario MORRONE il corteo si è spostato al monumento ai Caduti ai piedi del quale è stata posta la tradizionale corona d’alloro.
Il 4 Novembre – ha aggiunto il Sindaco – è una di quelle giornate che appartengono a tutti. Un momento di condivisione che ricorda ad ognuno il dolore, l’assurdità ed i sacrifici di tutte le guerre, passate ed attuali, vecchie e moderne. Allo stesso tempo – ha aggiunto – questa importante ricorrenza nazionale ci invita a riflettere, insieme, nelle piazze ed in mezzo alla gente, sul valore fondante dell’unità dello Stato, della democrazia e dei principi fondamentali della nostra Costituzione Repubblicana, frutto anch’essa della speciale e bella primavera posta bellica del 1946-1948 e delle lotte insanguinate e spesso, purtroppo, anche fratricide del popolo italiano e meridionale. Un monito per le nuove generazioni – ha concluso ARRIGHI – sia a tenere vivo il ricordo; sia ad interiorizzare il rispetto che si deve a quanti, nelle Forze Armate, hanno onorato ed onorano a tutt’oggi gli ideali di libertà e difesa dei diritti nel mondo; sia soprattutto per comprendere che nessuna conquista civile è mai definitiva e per sempre, perché bisogna viverla, interpretarla e difenderla ogni giorno, con convinzione e passione.
Questo post é stato letto 44350 volte!