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I finanzieri della Compagnia di Crotone hanno ultimato nei giorni scorsi un’operazione di servizio che ha consentito di scoprire una truffa aggravata posta in essere per ottenere un indebito rimborso di Iva di €. 461.000.
Nello specifico, dalla preliminare attività info-investigativa è stata individuata la posizione di una società di capitali operante nel settore del commercio di carni, attualmente non operativa.
L’impresa, costituita nel 2006, aveva chiuso il periodo d’imposta 2009 con un rilevante credito d’Iva e conseguentemente aveva presentato istanza per ottenerne il rimborso.
La posizione creditoria scaturiva dagli investimenti effettuati per la realizzazione di opere murarie e per l’acquisto di macchinari industriali e veicoli commerciali.
Gli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle pitagoriche hanno dimostrato che, dietro un’apparente regolarità formale, si celava un sistema fraudolento basato sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Infatti, nel corso dell’indagine, è emerso che la documentazione contabile posta a base della richiesta di rimborso è stata disconosciuta dai fornitori (due imprese calabresi e due emiliane), i quali hanno risolutamente negato di aver intrattenuto rapporti con la società crotonese.
Ad ulteriore comprova della fittizietà delle operazioni di acquisto, i controlli sui flussi finanziari hanno evidenziato la falsità delle annotazioni nelle scritture contabili relative ai pagamenti, atteso che i titoli di credito presentati ai fini della pratica di rimborso sono risultati diversi, quanto ad importo e beneficiario, rispetto a quelli effettivamente negoziati presso le banche.
L’importo complessivo delle fatture per operazioni inesistenti contabilizzate ammonta ad un imponibile di € 2.490.000 ed ha contribuito a determinare un credito complessivo di Iva pari ad € 490.000, di cui € 460.000 richieste a rimborso e liquidate nel corso del 2010.
A conclusione dell’indagine, la Compagnia di Crotone ha denunciato alla locale Procura della Repubblica l’amministratore della società, ritenuto responsabile dei delitti di truffa aggravata e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture
per operazioni inesistenti.
L’Autorità Giudiziaria, alla luce degli elementi probatori acquisiti, ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di denaro, beni immobili e mobili registrati fino a concorrenza dell’importo del rimborso indebitamente conseguito.
In esecuzione di tale provvedimento, sono stati sequestrati due fabbricati e depositi bancari.
Esaurita l’attività di polizia giudiziaria, l’attenzione operativa della Guardia di Finanza si concentrerà sulla contestazione delle violazioni amministrative e sul recupero delle imposte evase.
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