Rinnovabili, centrali a biomasse del Crotonese, Legambiente: “Basta coi megaimpianti”

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No alle politiche emergenziali sul fronte delle energie rinnovabili, una seria razionalizzazione degli impianti a biomasse e delle risorse rinnovabili sul territorio. Legambiente Calabria contesta duramente l’impostazione emersa martedì nel corso dell’incontro in Prefettura a Crotone tra enti locali, la Regione, l’azienda e i sindacati, in relazione alla gestione delle centrali a biomasse. Un’impostazione che paventa possibili deroghe ai vincoli stringenti definiti per il corretto e sostenibile funzionamento degli impianti. E che lascia intendere futuri sviluppi nefasti per la riconversione a biomasse della centrale del Mercure, che gli ambientalisti e in primo luogo la cittadinanza hanno contestato e contestano aspramente.

“La partita – dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – si gioca sul filo dell’ipocrisia. Di fronte alla mancanza di materie prime per l’approvvigionamento delle centrali elettriche crotonesi, si è deciso l’utilizzo del materiale legnoso dei boschi generato durante la stagione estiva, con relativo vantaggio sul fronte della prevenzione degli incendi. Nel contempo, sull’onda dell’emergenza, si chiede a gran voce una deroga al vincolo dei 70 km (area entro cui reperire le biomasse) e si rivendicano inoltre robusti incentivi statali. Una linea di condotta all’apparenza razionale, ma che nasconde il desiderio di lucrare a danno dell’ambiente”.

Occorre tenere conto di due importantissimi fattori che rendono oltremodo pericolosa la strada intrapresa. Le centrali del Crotonese, come sottolineato puntualmente da Legambiente Calabria, risultano eccessivamente sovradimensionate rispetto all’economia agricola locale e al contesto territoriale, non generando quei meccanismi di filiera che consentono la sostenibilità ambientale e le ricadute positive per l’agricoltura. Dunque in tal caso incentivi statali alla produzione sono inammissibili. E ancora: nel raggio di 120 km dalle centrali del Crotonese ricadono diverse aree protette, la cui gestione va declinata nel rispetto delle biodiversità e degli equilibri naturalistici, e non già nell’ottica mercantile dell’approvvigionamento di megacentrali elettriche.

“Le aziende impegnate nella produzione di energia da biomasse – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente – conoscono perfettamente tali meccanismi, eppure proseguono con intollerabile arroganza a proporre soluzioni inaccettabili e per giunta a battere cassa. La situazione dovrebbe essere nota anche alla Regione Calabria, a cui Legambiente ha fatto pervenire negli scorsi mesi le proprie osservazioni sulla questione. Auspichiamo che nel paventato tavolo tecnico regionale sul tema si cominci finalmente a discutere dell’opportunità di farla finita con le inutili e insostenibili megacentrali a biomasse, si accantoni definitivamente il progetto di riconversione della centrale del Mercure, e si pianifichi il futuro puntando sul ciclo breve, sui piccoli impianti a biomasse legati in armonia al territorio e alla buona economia locale”.

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Author: Cristina

0 thoughts on “Rinnovabili, centrali a biomasse del Crotonese, Legambiente: “Basta coi megaimpianti”

  1. Legambiente raccoglie quello che ha seminato, quando si forzano le cose e si vuole a tutti i costi forzare i tempi le conseguenze sono queste.Regna solo la confusione ed i furbi la fanno da padroni. Non lo sapevano che consentire le biomasse quale energia rinnovabile avrebbe non solo non diminuito la CO2 ma provocato questi disastri.

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