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Sarà presentato giovedì 3 giugno 2010 nella Piazza Castello di Crotone sarà presentato, in collaborazione con il Rotary Club, il volume del sociologo Vito Barresi, La tenda del Cavaliere. Popolo e potere nei giorni dell’Aquila. Appena uscito per i tipi della casa editrice Città del Sole Edizioni, il volume è presentato per la prima volta al pubblico, in anteprima nazionale. Interverranno il presidente del Rotary di Crotone, Antonio Palombi, e l’editore Franco Arcidiaco.
L’ultima fatica dello studioso crotonese, già docente di Sociologia della Comunicazione all’Unical, si focalizza sul rovinoso terremoto che ha colpito la città dell’Aquila e il suo circondario nell’aprile 2009. Un saggio di carattere sociologico e antropologico che scandaglia la dolorosa esperienza vissuta dalle vittime, colpite duramente nella perdita dei propri cari, e dalla distruzione dei luoghi e delle case. Nella prima parte del lavoro vengono presentate le storie personali di chi ha perso la vita sotto le macerie, ma anche dei feriti e dei soccorritori, le microstorie che fanno entrare nel vivo dell’evento, inchiodandolo alla sua tragicità. La catastrofe è condizione assoluta, quasi ancestrale: una comunità moderna, abituata a godere della sicurezza come condizione primaria, ne viene all’improvviso privata in modo violento, senza la possibilità di difendersi o di sottrarsi ad essa.
La seconda parte del saggio è dedicata a un’analisi approfondita dell’effetto sociale e politico del sisma. La reazione del governo passa attraverso la figura di Berlusconi che, in un momento non troppo florido della sua esperienza politica, spicca come uomo del fare, in grado di rispondere con immediatezza alle prime esigenze degli sfollati; Berlusconi, l’antipolitico che abbandona le ovattate stanze del potere, che lascia il Palazzo sbattendo platealmente la porta per scendere nel campo devastato del sisma, in mezzo alla popolazione affranta nel dolore e nella disperazione, riaccende e infiamma l’immaginario collettivo di una popolazione, profondamente scossa dalla sofferenza inaudita, infinitamente antica che il terremoto ha risvegliato, facendone cadere in un minuto le case, le certezze, gli affetti. Il testo evidenzia come riqualificare in termini neomoderni la catastrofe, liberarla dalla filosofia compassionevole e caritativa del pianto, del lutto e del fatalismo, ha significato anche imprimere più velocità e vigore alle forze di mutazione che compongono un palinsesto di programmi politici, in cui assumono un ruolo preponderante gossip e cronaca, cabaret e Parlamento, generando una “confusione di genere” tra politica e pubblicità, Stato e media, discorso pubblico e interessi privati, consenso democratico e controllo dell’informazione, finalizzata a imporre nuove egemonie.
In questa chiave assume particolare significato l’evento politico e mediatico che è stato il G8 in Abruzzo, il luogo del lutto che diventa luogo della rinascita e della promessa, al centro dell’attenzione dei grandi della terra e del mondo.
Le tragedie naturali sono una costante del nostro paese, la frana di Messina ne è un’ulteriore riprova; per esse, sottolinea l’autore, vi può essere solo una risposta di buona politica, che si basi su un’etica della responsabilità legata a imprescindibili principi ecologici.
Vito Barresi è sociologo e giornalista. Svolge ricerca sociale indipendente e studi di sociologia del territorio, con particolare riguardo al Sud Italia. Docente di Comunicazione Sociale presso l’Università degli Studi della Calabria, ha ricoperto incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione della Regione Calabria e della provincia di Crotone. Ha collaborato con la RAI per il TGR Calabria, con Video Calabria Avvenire, Il Crotonese. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
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