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Un incontro con il libero pensiero e la letteratura. Così può essere definita la seconda serata di “Parole erranti” il festival della letteratura calabrese, organizzata dall’associazione La Masnada con il patrocinio del Comune di Cropani e della Regione Calabria. e diretta da Gianluca Pitari e Andrea Ginnasi.
Paolo Nori, scrittore di mestiere e traduttore di autori dal russo, ieri sera è stato protagonista del festival con uno dei suoi discorsi più famosi: “Noi e i governi”.
Anticipato dai “Telegrammi” letti dai due direttori artistici, Nori si è presentato al pubblico di Cropani quasi timidamente. Un semplice “buonasera” che tradiva il suo essere emiliano.
Con una copia di “La meravigliosa utilità del filo a piombo”, inizia a declamare con voce sicura il suo scritto. Nessuna frase ad effetto, solo parole dirette al cuore e alla mente, pronte a far pensare.
Partendo dalla lettura di alcuni brani dello scrittore russo Daniil Charms, da lui tradotti, Nori riesce a coinvolgere lo spettatore (ma sarebbe meglio definirlo ascoltatore) con una serie di citazioni e di riflessioni.
Non è stata solo una semplice lettura di scritti di Charms, scrittore sovietico che ha fatto della sua arte di scrivere l’unico motivo della sua esistenza. Attraverso quelle parole era evidente la voglia di libertà di espressione e di pensiero dell’autore russo, morto di fame in un manicomio nel 1942.
Poi con un tono profondo si chiede se è “meglio morire di fame in un manicomio sotto un Regime o con la sedia elettrica in una Democrazia”. E proprio qui con una interpretazione accalorata, Nori ha proseguito parlando della tragica storia di Sacco e Vanzetti, leggendo le parole del discorso tenuto da quest’ultimo dopo aver saputo della condanna a morte sua e del compagno.
Parole che tuonano nel silenzio della notte, davanti ad un pubblico attento, anche quando la riflessione sulla condizione della libertà di ognuno di noi, conduce ad una domanda quanto mai attuale. “Chi tra i presenti può dare un reale esempio di coerenza e libertà. E quanti invece questa libertà se la sono venduta in cambio di un aumento di stipendio?”. Diretta, forse cruda nel contenuto la domanda ha creato un vuoto interiore.
Paolo Nori ha concluso leggendo alcune considerazioni scritte dopo le recenti elezioni russe. Gli applausi finali hanno sottolineato la qualità del discorso dello scrittore che usa le parole per allontanare i suoi lettori da fastidiosi luoghi comuni.
“Parole erranti” continuerà stasera, alle ore 22, con il concerto di Carmine Torchia e si concluderà lunedì 6, alle ore 22:30, con “Poeti a duello”, il fiore all’occhiello del festival.
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