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Dopo aver affascinato il pubblico con un omaggio in chiave Jazz all’indimenticabile Domenico Modugno, questa settimana la rassegna culturale “La Provincia di Crotone in scena”, ideata dalla fondazione Odyssea in collaborazione con il Festival dell’Aurora, porta in scena un nuovo spettacolo teatrale in vernacolo. Si intitola infatti “Chini vo’ u male e l’atri”, la commedia in due atti scritta da Cataldo Amoruso e interpretata dalla compagnia “La Torre di Torre Melissa” diretta da Federico Mancuso protagonista martedì 26 febbraio alle 20,30 sul palco del teatro Apollo.
Con la scommessa di non perdere d’occhio, nel ritmo e nel succedersi delle situazioni, l’umiltà dei suoi personaggi, le loro poche verità e le tante bugie, la commedia trascinerà lo spettatore indietro agli anni sessanta, per assistere alle vicende divertenti del Barone Castracane; malato immaginario e in pessime condizioni finanziarie per i troppi debiti contratti con la passione smisurata per il gioco. Contro la volontà paterna l’uomo ha anche sposato Agata, donna senza titoli e stemmi nobiliari, da cui ha avuto anche una figlia, Giovanna, molto religiosa. All’interno del palazzo di famiglia si snoderanno dunque le vicende grottesche della famiglia, tra eredità contese, matrimoni di convenienza e i creditori che bussano alla porta del Barone cercando di incassare quanto dovuto dall’uomo.
Regia: Federico Mancuso
Direttore di scena: Marcella Bossa
PERSONAGGI E INTERPRETI
Barone Castracane Ciccio Caputo
Gaetano (Cugino del Barone) Salvatore Filosa
Agata (Moglie del barone) Rosa Maria Rigoglioso
Giovanna (Figlia del Barone) Pina Leto
Zia Adelina
Lodovico (figlio di Gaetano) Pierpaolo Capoano
Lauretta (Servitù) Anna Maria Manfredi
Infermiera
Gennarino (Servitù) Franco Grillo
Il Dottore
Fortunato (Cugino del Barone) Franco Murgi
Avvocato Lo Soriciu
Don Casimiro (Creditore del Barone) Ercole Cannata
Gaetanino
COSTUMI: Mimmo Macirella
TRUCCO E PARRUCCO: Karola Mattiello
I biglietti potranno essere acquistati presso il botteghino del teatro Apollo il giorno dello spettacolo dalle 18:00 alle 20:30
Il gruppo teatrale “La Torre” nasce nel 2007 quando un gruppo di amici accomunati dalla passione e dal desiderio di fare teatro, decidono di mettere in gioco la loro timidezza e il loro entusiasmo su un palcoscenico nel quale versare quanto di più alto e di trascinante si potesse cogliere dallo spirito del teatro amatoriale: passione, amicizia, rispetto per il pubblico, gioia di vivere. Con pochi mezzi e meno pretese è iniziata così un’avventura, che con sempre più passione, coraggio ed esperienza, animata fermamente da questi propositi e moti dell’animo, ha brillantemente superato i primi anni di attività grazie alla linfa vitale della costante presenza dei sempre più appassionati soci fondatori ed al necessario, rinvigorente, apporto di nuovi arrivi. Da allora sono state messi in scena diversi testi teatrali di vario genere, vengono citate le più importanti: “La Passione di Cristo”, “Chi di speranza campa disperato muore”, “U pentiri i doppu poco ‘agiova”, ”Sordi, gioelli e… cose i fimmini”,”…U vo sapiri….è tutta curpa du nonnu”, “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”, “Chini vo u male e l’atri” .
Nel luglio 2012 con la commedia “Chini vo u male e l’atri..” di Cataldo Amoruso, la Compagnia vince il Premio Letterario Caccuri nella sezione Teatro Dialettale. Più di cinquanta persone hanno fatto parte del gruppo: una grande opportunità per ragazzi, giovani e adulti che è offerta a tutti senza alcuna preclusione. Questo è lo spirito che anima la nostra compagnia: permettere a chiunque abbia volontà, impegno e passione di far parte di un gruppo che fa teatro, cioè dare a tutti la possibilità di salire su di un palcoscenico, di interpretare, di conoscere autori e testi, di fare esperienza di collaborazione e di amicizia, in una parola, di diventare migliori. Il gruppo oggi è composto da circa 30 persone dai 20 ai 60 anni, tra soci e collaboratori esterni. Le rappresentazioni in vernacolo del gruppo “La Torre”, cercano di ridare vita a quelle tradizioni popolari che ormai sono sempre meno conosciute, riscoprendo così il dialetto e il patrimonio culturale che lo accompagna. Il teatro dialettale esercita infatti una funzione di “memoria linguistica” da non considerare una sottolingua povera e volgare. Il vernacolo rappresenta un’identità unica che appartiene ad una ben precisa entità territoriale e tenerlo vivo favorisce la ricostruzione di una memoria storica che, altrimenti, rischierebbe di andare dispersa. L’Associazione ha l’obiettivo fondamentale di promuovere e gestire attività culturali valorizzando in particolare le iniziative che siano in grado di favorire atteggiamenti e comportamenti attivi, ricerca momenti di confronto con le altre forze presenti nel territorio, con le istituzioni pubbliche, con gli enti culturali e turistici per contribuire alla realizzazione di progetti che si collocano nel quadro di una programmazione territoriale delle attività del tempo libero.
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