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In attesa del tanto acclamato Jobs Act, il programma per il rilancio del lavoro, risultano agghiaccianti i dati dell’analisi comparata delle ultime sei generazioni di laureati realizzata e presentata su 450mila ragazzi da AlmaLaurea a Bologna.
Lavorano raramente e guadagnano poco i neolaureati italiani. Dagli inizi della crisi a oggi è più che raddoppiato il tasso di disoccupazione dei ragazzi che escono dalle università. E nell’ultimo quinquennio le loro retribuzioni reali sono diminuite del 20%, la generazione dei “ precari da 500 euro”.
Il divario tra nord e sud è di 17 punti percentuali in aumento di due punti rispetto a quanto rilevato nella precedente indagine e tanto per cambiare le donne del Sud sono le più svantaggiate: 10 punti in meno nella occupazione rispetto al Nord.
Ma allora noi ci chiediamo che senso ha laurearsi? Pensando alle tantissime famiglie del nostro territorio che si sono dovute dividere dai propri figli, che si sono indebitate pur di mandarli all’università, con l’obiettivo di un titolo che genera aspettative irrealistiche sulle reali possibilità occupazionali.
Il sud Italia da sempre non riesce ad offrire adeguate opportunità e quindi a trattenere nel proprio territorio i giovani laureati, il proprio capitale. In questo modo si va ad ingrandire il divario socio-economico con il resto d’Italia e d’Europa, venendo a mancare uno dei fattori determinanti per la sua riduzione.
Siamo in prossimità del rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria e auspichiamo che il nuovo Governatore focalizzi il suo impregno quotidiano su un cambiamento forte e oramai improcrastinabile “BISOGNA INCENTIVARE I MESTIERI E LA CREAZIONE DI IMPRESE”. Ora più che mai bisogna pensare a soluzioni diverse e innovative, al di fuori di schemi e tradizioni consolidate.
Il punto di partenza per i mestieri soprattutto quelli di natura artigianale dovrebbe essere incentrato sull’opportunità di integrare le differenti risorse del territorio, di elevata qualità ma spesso disaggregate e disomogenee per dimensione, per natura e mercato. BISOGNA CREARE UN MADE IN CALABRIA e poi internazionalizzarlo.
Per quanto riguarda i laureati e i giovani in generale vanno stimolati e accompagnati verso la creazione di impresa con misure concrete e non ectoplasmatiche che ci sono state propinate fino ad oggi, proponiamo di favorire spin-off e startup innovative, valorizzando soprattutto ambiti sino ad ora poco esplorati come turismo e cultura, che possono contare sulle tante ricchezze identitarie del nostro territorio (mare, turismo religioso, valorizzazione dei beni culturali, spettacolo, cinema, letteratura, fotografia, architettura, design, artigianato artistico etc..). In questa idea di progettualità l’intero territorio può diventare una sorta di “task force locale”, in sinergia con imprese, Regione e amministrazioni locali, in modo da rappresentare lo snodo fondamentale tra il mercato e la produzione di conoscenza.
MANCUSO LUCA VINCENZO
DIRETTORE PROVINCIALE – Fenailp Imprese Crotone
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