Questo post é stato letto 20020 volte!
Dopo il via libera, sia pure di bandiera, in data 13 marzo 2012, da parte del Parlamento europeo, in seduta Plenaria, ha deliberato una risoluzione dal titolo: “Parita’ tra donne e uomini nell’Unione Europea”. Anche la Corte di Cassazione – Sezione I, Sentenza n 4184, depositata il 15 marzo 2012, la quale riconosce che le coppie gay “conviventi in una stabile relazione di fatto, se non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, tuttavia hanno il “diritto alla ‘vita familiare'” e a “vivere liberamente una condizione di coppia”.
Tutto ciò, proseguono i giudici, con “il diritto”, in presenza di “specifiche situazioni” (che non vengono dettagliate), di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Infatti, aggiunge la Cassazione, in base all’art.12 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo (recepito anche in Italia), è stata superata “la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio”.
La Cassazione affronta per la prima volta il tema del riconoscimento dei matrimoni tra omosessuali contratti all’estero in seguito un ricorso presentato da una coppia di Latina che si era vista respingere dal comune di residenza sia dal Tribunale, sia dalla Corte d’appello, la richiesta di trascrizione del matrimonio celebrato all’Aja nel 2002. Il ricorso della coppia è stato comunque respinto, ma la Cassazione ha sottolineato come il mutato quadro normativo europeo in materia produca effetti anche in Italia. Se è vero, dice la Cassazione, che una recente sentenza della Corte Costituzionale ha negato il riconoscimento del diritto al matrimonio di persone dello stesso sesso, lasciando al Parlamento il compito di tutelare eventualmente le unioni omosessuali con apposite norme, con una recente sentenza datata 24 giugno 2010 la Corte di Strasburg ha deliberato riconoscimento del diritto delle coppie omosessuali ad una “vita familiare” al pari delle coppie etero.
Non c’é ancora in Italia una legge che permette i matrimoni omosessuali, ma questo non vuol dire che i gay abbiano meno diritti di una coppia di sposi. le coppie gay “conviventi di fatto, se non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, tuttavia hanno il “diritto alla ‘vita familiare'” e a “vivere liberamente una condizione di coppia”. I Supremi giudici, entrando nel merito, “hanno preso atto dei cambiamenti sociali e si sono espressi in base al diritto. Una sentenza alla quale plaudono le associazioni omosessuali definedola “Sentenza Storica” e che torna a dividere la politica.
Per questo ” l’intrascrivibilità delle unioni omossessuali dipende non più dalla loro ‘inesistenza’ e neppure dalla loro invalidità ma dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano” ‘Italia, quindi, deve ora dotarsi di una legge “che equipari i diritti e i doveri di tutte le coppie, a prescindere dall’orientamento sessuale”. Netta contrarietà, invece, sul fronte cattolico: secondo, l’Associazione dei giuristi cattolici italiani, la Cassazione ha “ritenuto irrilevante l’identità di sesso” per la “qualificazione del rapporto di coppia” di tipo matrimoniale e questo indica tra l’altro una “perdita di valore dell’essenza del matrimonio in quanto tale”. E sulle cause del tracollo del matrimonio che dovesse interrogarsi, il fronte cattolico, se si
pensa che da secoli il matrimonio in Italia è un’istituzione sacra e indissolubile. Eppure dei 500.000 bambini che ogni anno nascono nel nostro Paese, 100.000 sono figli di coppie di fatto, statisticamente più prolifiche di quelle sposate”. Altro dato importante è che non solo i matrimoni sono diminuiti nel loro complesso, ma si registra l’aumento dei matrimoni civili: 85.771 nel 2009. A Roma, per esempio, gli sposi preferiscono il Campidoglio alla Parrocchia (il 51%). La città in cui ci si sposa di più in Comune è Bolzano (60,3% nel 2010) a cui fa da contraltare Potenza (4,5%).”.
Da rabbrividire è la scarsa politica sociale per le giovani coppie , una sorta di legittimazione morale (non ancora giuridica) di altre forme di famiglia che gli italiani non rinnegano più. Sarebbe il caso che il legislatore pensasse ad introdurre nuove leggi a tutela dei diritti anche delle coppie di fatto, atteso che esse in Italia – come conferma il Censis- ormai rappresentano una colonna portante delle famiglie”. La Marco Polo, Associazione per la tutela dei diritti, sulla scorta delle predette disposizioni, non può esimersi nel richiamare l’attenzione della pubblica Amministrazione territoriale, preso atto del deliberato delle Supreme Corte, nell’attesa dei provvedimenti Governativi, a voler deliberare, in tempi alquanto brevi, la costituzione del Registro delle unioni di fatto.
Rosario VILLIRILLO
Questo post é stato letto 20020 volte!