Crotone, PSI su Registro Unioni Civili

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Sempre più acceso si sta facendo il dibattito pubblico in merito alla questione delle unioni civili (ancora non riconosciute) nel nostro paese. Diverse posizioni da destra e sinistra sono state esposte, chi a favore, chi contro, chi nel mezzo, ma nessuno finora ha preso una decisione definitiva a riguardo, rimarcando la netta insufficienza e inadeguatezza di un legislatore oramai molto lontano dall’evoluzione socio-culturale dell’Italia.

Una prima posizione è stata presa pochi mesi fa dalla Corte di Cassazione, che con la sentenza 4184 del 15 marzo ha dato il via alla bagarre scatenatasi nelle fila della politica e della società civile.
Con tale sentenza la Cassazione pone alcuni principi che fanno assurgere la giurisprudenza italiana a prima voce nazionale che prende posizione a riguardo.
Si tratta di principi di diritto, un nulla di fatto in termini concreti, se non vengono poi tradotti in norme giuridiche di diritto sostanziale.
La sentenza rigetta un ricorso presentato da una coppia omosessuale che voleva veder riconosciuti i diritti derivanti dal vincolo di coniugio sorto dal matrimonio contratto all’estero. Lo rigetta perché sottolinea che il matrimonio omosessuale in Italia non è riconosciuto, e che tale riconoscimento deve eventualmente essere affidato al lavoro del Parlamento. Tuttavia, pur rigettando il ricorso, nelle 80 pagine di sentenza la Cassazione pone alcuni principi che fanno assurgere la giurisprudenza italiana a prima voce nazionale che prende posizione a riguardo.
I diritti, secondo la Cassazione, sono riconosciuti dall’ordinamento (attraverso un richiamo alla Costituzione), sono il diritto alla vita familiare e il diritto a vivere liberamente una condizione di coppia. Essendo oramai stata superata dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo “la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile della stessa esistenza del matrimonio”, la Corte sostiene che l’unica impossibilità di riconoscere le unioni omosessuali dipende non più dalla loro inesistenza, e neppure dalla loro invalidità, ma dalla loro inidoneità a produrre qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano, in quanto non riconosciute. Importante è sottolineare che questa sentenza, in concerto con la sentenza della Corte Costituzionale 138/2010, afferma che qualora le coppie omosessuali si sentano discriminate rispetto a quelle sposate, possono ricorrere al giudice e vedersi riconosciuto un diritto oramai non più negabile.

«I socialisti, non da oggi, sono favorevoli, senza se e senza ma, al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e ai matrimoni gay». Queste le parole del segretario socialista Riccardo Nencini, a commento della diatriba accesasi all’interno dell’Assemblea del Partito democratico, il cui epilogo, «assieme ai contorsionismi e alle ambiguità che continuano a manifestarsi all’interno di quel partito, costituiscono un elemento di viva
preoccupazione, poiché su questi temi che sono dirimenti e costituiscono la base di un’idea condivisa di eguaglianza e di laicità non vi possono essere né tentennamenti, né confuse e pasticciate mediazioni».

La svolta civile del Sindaco e del consiglio comunale di Milano, ultimo in ordine e grado, ad avere deliberato ok sul riconoscimento del Registro delle unioni civili. Questo non deve dimenticare che, anche Crotone, capoluogo di Provincia ed il suo hinterland, moralmente,la politica è chiamata a dare risposte ai tanti cittadini interessati alla costituzione del registro delle unioni civili. Nulla di più grave, per la sinistra italiana, non trovare l’orgoglio di assumersi posizioni più aperte, liberali e riformiste, che non può che essere rappresentata dai soli socialisti italiani. D’altronde, i diritti civili non possono conoscere una stagione “nera” per mere ragioni di opportunità politica e tattica».

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Author: Cristina

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