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La disorganizzazione della Sanità Crotonese nell’ospedale cittadino che dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per la provincia di Crotone ma che invece si presenta come un circo dove gli acrobati sono costretti nella maggior parte dei casi ad esibirsi senza rete (il riferimento è per il personale sanitario nella figura di medici ed infermieri) è la solita nota dolente di questa città. E’ vero che esistono professionisti e non che dall’alto della loro “carica” trattano con sufficienza ed insensibilità i pazienti che si trovano costretti a ricorrere alle loro prestazioni ma è anche vero che molti altri si ritrovano costretti a lavorare in condizioni da terzo mondo sia per la mancanza di farmaci sia per la mancanza di un ambulatorio adibito a tale uso nonostante l’esistenza di spazi e locali in disuso e tenuti inutilizzati pur essendo stati investiti dei soldi pubblici per rinnovarne i servizi igienici. Nel reparto di “Geriatria” , per esempio, si contendono l’unico locale adibito ad ambulatorio sia geriatri che reumatologi che, quindi, si vedono costretti ad alternarsi per non occupare contemporaneamente lo stesso spazio, a discapito di chi deve sottoporsi a visita medica che rischia ore interminabili di attesa o, peggio ancora, lo sballottamento da un reparto all’altro che, nel caso di pazienti geriatrici, non è consigliabile. Il discorso si complica se parliamo del reparto “oncologico” ,se cosi’ si puo’ definire quello che è il ricavato dello smantellamento del reparto di medicina generale, dove quotidianamente un notevole numero di pazienti (in tutti i sensi) è costretto non solo a lunghe ore di attesa per usufruire del trattamento chemioterapico ma anche ad effettuare lo stesso in stanze “improvvisate” se non addirittura in astanteria. Il tutto condito dalla presenza di un esiguo numero di operatori sanitari e medici che non sempre dimostra la sensibilità e l’umanità congeniale che la situazione richiede sia per le condizioni precarie e scomode in cui è costretto ad esercitare sia per una mancanza di formazione etico-professionale che contraddistingue purtroppo quasi tutto il settore sanitario pubblico crotonese. Malcontento e disagi, dunque, sia tra ammalati che tra medici ed infermieri sotto la completa indifferenza della direzione sanitaria. Martiri o professionisti o entrambe le cose? O martiri alla mercè di professionisti martirizzati da carenze strutturali e logistiche? Come esponente politico di Forza Nuova ed a nome del mio partito mi auguro che, anche col recente sblocco dei turn-over annunciato nella recente visita del ministro Lorenzin in Calabria, la situazione cominci a decollare verso un miglioramento strutturale del nosocomio, considerando che non è lo spazio fisico che manca nel nostro ospedale, e verso una ottimizzazione dei servizi sia organizzativi che sanitari perché è semplicemente vergognoso dover assistere ad un tam tam mediatico che proclama la difesa dei diritti umani limitatamente al riconoscimento di uno sparuto numero di individui e poi rimane indifferente al calpestio dei diritti umani fondamentali, in particolare quello alla salute, e costituzionalmente previsti ma non tutelati se non populisticamente in prossimità di campagne elettorali. E’ ora che la sanità pubblica sia riconsiderata come un servizio civile obbligatorio da offrire ai cittadini e non come fonte di guadagno per pochi eletti che, speculando sulla nostra pelle, accumula ricchezze su ricchezze.
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