Crotone, Associazione Marco Polo: “Sicurezza è qualità degli edifici scolastici: 2 su 3 non a norma”

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Mettere subito in sicurezza il 66% delle scuole italiane. Lo chiede. Con una nota Rosario Villirillo, Coordinatore della Marco Polo – Associazione di Volontariato per la tutela dei diritti – inviata al Sindaco di Crotone Peppino Avv. VALLONE, Al Presidente della Provincia di Crotone, Stano Avv. ZURLO, ed al Dirigente Scolastico Regionale, Francesco Dott. Mercurio, dopo l’evento sismico che ha colpito l’Emilia Romagna, la situazione è divenuta allarmante in tutto il Paese, in particolare, in quelle zone che da anni sono soggetto a forzata estrazione di metano e di altre sostanze che, con il tempo, andranno certamente a minare, causa assestamento, il territorio esposto. In Italia, secondo uno studio condotto da “ KRLS Network of Business Ethics, denuncia nella relazione che, in Italia, due scuole su tre non sono a norma. Appena il 34% degli edifici, infatti, ha il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico sanitaria, nonché il certificato prevenzione incendi. solo il 45% delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 97% della Germania, il 94% della Francia, il 92% dell’Inghilterra, l’88% della Spagna, il 77% della Polonia, il 71% del Portogallo, il 62% della Romania, il 58% della Bulgaria e il 52% della Grecia che chiude la classifica. “Prima di chiedere ulteriori sacrifici economici ai contribuenti bisogna far comprendere agli italiani come vengono spesi i loro soldi. Tre contribuenti su quattro chiedono di investire sulla sicurezza, sui giovani e sulla pubblica istruzione affinché tutti gli edifici scolastici siano a norma ed antisismici” . A questo punto, è necessario che ognuno si assume le proprie responsabilità politiche e morali perché non è pensabile continuare con “fraseologie da politicanti”, quindi, come Associazione, diciamo: “basta con il teatrino della politica”. Bisogna iniziare a risolvere i problemi di tutti i giorni. Il governo tecnico deve dimostrare di saper spendere i nostri soldi in opere utili, riconquistando la fiducia dei contribuenti italiani. I dati statistici – dicono che solo un cittadino su quattro non capisce perché si pretende di pagare le tasse, senza ricevere servizi e sicurezza neanche per i propri che devono andare a scuola. Se c’è un luogo in cui sarebbe meglio che i nostri figli non entrassero sono le aule scolastiche. A dirlo è il IX Rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, elaborato da Cittadinanzattiva. Il Rapporto nasce dall’indagine su 88 scuole appartenenti a 13 Province di 12 Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

“Malmesse, degradate, e negli anni sempre più sovraffollate, le aule scolastiche sono da bocciare senza appello: i numerosi distacchi di intonaco (rilevati nel 18% delle classi), la presenza di altri segni di fatiscenza (30%), le finestre rotte (23%), l’assenza di tapparelle o persiane (56%), i pavimenti sconnessi (21%), banchi e sedie rotte (rispettivamente nel 13% e nel18% dei casi), la presenza di barriere architettoniche (9%), sono tra i principali elementi di pericolo. Il 28% degli edifici scolastici, inoltre, è del tutto fuorilegge, perchè

privo delle certificazioni e dei requisiti di base previsti dalla legge sulla sicurezza (81/08, ex 626/96)”. L’assoluta gravità della situazione è confermata da varie indagini, da denunce attraverso i media e dall’esperienza diretta di studenti, genitori e docenti. Ma questa conoscenza non è sufficiente: occorrono dati pubblici e certi, non solo aggregati e a campione, informazioni analitiche, su cui individuare priorità di investimento. È necessario, quindi, che il Ministero dell’Istruzione completi l’anagrafe scolastica ferma al 2009 e parziale, anche se sottolineo l’esistenza di complete anagrafi regionali, che opportunamente potrebbero essere collegate e messe in rete. Il Gruppo del PD alla Camera ha depositato una proposta di legge per costituire una Commissione parlamentare di inchiesta, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e di tenere alta l’attenzione sul tema dell’edilizia scolastica. Le competenze sull’edilizia scolastica sono attribuite dalla legge ai Comuni (primo ciclo) e alle Province (scuola superiore), la funzione di programmazione alle Regioni; allo Stato spettano la definizione e il finanziamento di piani triennali di intervento per la messa a norma, le manutenzioni e l’edificazione di nuove strutture scolastiche, nel quadro di standard di sicurezza e di qualità definiti da leggi nazionali. Si tratta di un impianto istituzionale condivisibile, anche se complesso, che evidenzia come sulla scuola ci sia un necessario intreccio di funzioni e di soggetti che intervengono, pur rimanendo allo Stato la competenza a definire e finanziare gli standard, a garanzia di una omogenea qualità edilizia e sicurezza in tutto il territorio nazionale. La scuola è una comunità educante, che acquisisce autonomia, forza e qualità se è ben radicata nelle comunità territoriali, attraverso un rapporto forte con gli enti locali, il volontariato, le associazioni e il mondo del lavoro. L’impegno di tutti deve essere volto a far sì che la comunità educante viva in luoghi sicuri, accoglienti, belli, idonei all’istruzione. Si auspica, pertanto, che nessun genitore debba mai più avere il dubbio che il proprio figlio, andando a scuola, si rechi in un luogo molto insicuro. Si auspica, infine, che ogni ragazzo senta che per lui la scuola non sia solo uno spazio, brutto e anonimo, ma un luogo dove imparare, crescere, vivere con amici. Non uno spazio anonimo, ma un luogo importante della vita.

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Author: Cristina

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