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La commissione Giustizia della Camera ha concluso l’esame degli emendamenti al testo sul divorzio breve, che prevede la riduzione a un anno della separazione prima di ottenere il divorzio (attualmente è di tre) mentre sarà di due anni in caso ci siano figli minori . Due articoli sono bastati nella proposta di legge per abbreviare notevolmente i tempi per mettere la parola fine al matrimonio. Il testo consente infatti di ridurre notevolmente il tempo che oggi occorre attendere perché dallo status di “separata” una coppia passi a quello di “divorziata”. E, nella stessa proposta, si prevede anche lo scioglimento della comunione tra marito e moglie quando il giudice autorizza in tribunale i due a vivere separatamente. Più di un matrimonio su quattro oggi finisce male, secondo l’Istat. I dati dicono che in media ci si lascia dopo 18 anni e a tutte le età. Ci si può anche dire addio dopo 25 anni di vita insieme. Aumentano infatti i divorzi anche dopo i 60 anni. Intanto però arrivano anche voci contrarie: dal (Pdl, lega e Udc). Mentre i Radicali hanno chiesto il divorzio lampo per cancellare anche l’anno di separazione che precederebbe il divorzio. L’esito positivo dell’esame viene già applaudito, e definito un gesto di civiltà. La riduzione dei tempi per ottenere il divorzio dovrebbe, nelle intenzioni dei relatori, risolvere sia il problema dell’attesa spropositata per ottenere la fine del vincolo matrimoniale, sia quello delle spese abnormi sostenute dai coniugi per pagare avvocati e altre spese legali. Nel caso in cui la proposta diventasse legge, non sarebbe infatti più necessario aspettare tre anni per presentarsi davanti al giudice e ottenere la sentenza di divorzio, ma si potrebbe risolvere il vincolo più velocemente. E non è tutto, perché la proposta di legge prevede anche che la comunione dei beni – che attualmente è il regime ordinario che si applica dopo aver pronunciato il sì – cessi automaticamente non appena il giudice autorizzi i coniugi a vivere separati. Inoltre esiste anche un altro rischio molto concreto: quello che gli italiani scelgano di divorziare all’estero. Negli ultimi sei anni lo hanno già fatto almeno 8mila coppie. E la tendenza è senza dubbio in aumento». Separazioni e divorzi in Italia : “L’Istat diffonde i principali risultati delle rilevazioni sulle separazioni e sui divorzi condotte presso le cancellerie dei 165 tribunali civili, raccogliendo i dati relativi ad ogni singolo procedimento concluso dal punto di vista giudiziario nell’anno di riferimento”. “Nel 2009 le separazioni sono state 85.945 e i divorzi 54.456, con un incremento rispettivamente del 2,1 e dello 0,2% rispetto all’anno precedente. Si tratta, soprattutto nel caso dei divorzi, di incrementi molto più contenuti rispetto a quelli registrati tra 2007 e 2008 (3,4% per le separazioni e 7,3% per i divorzi)”.
“I due fenomeni sono tuttavia in costante crescita: se nel 1995,ogni 1.000 matrimoni si sono registrati 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 si arriva a 297 separazioni e 181 divorzi. La durata media del matrimonio al momento dell’iscrizione a ruolo del procedimento è risultata pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi”. “L’età media alla separazione è di circa 45 anni per i mariti e 41 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge rispettivamente 47 e 43 anni. Questi valori sono aumentati negli anni sia per una drastica diminuzione delle separazioni sotto i 30 anni – in gran parte effetto della posticipazione delle nozze verso età più mature – sia per un aumento delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne” La Marco Polo, pertanto, esprime grande soddisfazione sulle modifiche che la normativa porterebbe in tema di divorzio e ritiene che: «Si tratta di un segnale di civiltà giuridica e di apertura verso una legislazione di stampo decisamente liberale»,.
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