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La presente per sollecitare, ancora una volta, alla S.V., la richiesta di istituzione del registro delle coppie di fatto, depositata in data 08.03. 2012 Prot. 20120013522, a codesta Amministrazione Comunale, nella piena consapevolezza che la stessa debba essere discussa prima possibile dal Consiglio comunale, se nulla osta, e debba, essere estesa nel maggior numero di Comuni in Italia, sarebbe da stimolo ulteriore affinché il Parlamento provveda ad adeguare prima possibile la propria legislazione in materia di diritti civili.
La scrivente Associazione, confida in una pronta ’approvazione, con il giudizio positivo di esponenti dei vari schieramenti. I diritti civili non devono essere solo tema di scontro propagandistico, ma oggetto di riflessione e analisi politica per nuove leggi. Nella piena consapevolezza che, in una Città inclusiva, aperta e solidale, il senso della presente richiesta vuole dare e riconoscere dignità alle innumerevoli situazioni di convivenza tramite il riconoscimento di alcuni semplici benefici sul fronte tributario comunale attualmente riservati esclusivamente alle famiglie unite sotto il vincolo civile o religioso del matrimonio. Con una premessa che, “non è la specie più forte a sopravvivere, e nemmeno la più intelligente,sopravvive la specie più predisposta al cambiamento”.
L’occasione, pertanto, per segnalare alla S. V. che, la città di Vicenza, è l’ultimo dei pochi comuni italiani ad avere aperto al riconoscimento delle “unioni civili”. Attraverso un elenco anagrafico. Ma la conquista dei diritti passa dal Parlamento. Che non avanza proposte. Due cittadini dello stesso sesso che coabitano e vivono una relazione affettiva potranno recarsi negli uffici comunali per attestare la loro unione. E‟ questo il risultato di un‟ordinanza sulle famiglie anagrafiche firmata il 7 maggio dal sindaco “Achille Variati”, sicuramente non il primo dei casi di introduzione di un registro che „ufficializza‟ la vita di coppia gay, ma che rappresenta un ulteriore importante spinta nella direzione del riconoscimento dei diritti civili, in mancanza e in attesa di una adeguata legge nazionale. Il valore del registro è anagrafico, non giuridico, ma metterà in luce quante esperienze di vita non siano tutelate da codici e regolamenti. Ancora una volta.
Si anche da Napoli – Precisamente, l‟attestazione che parte a Vicenza è destinata a persone che non siano legate da rapporti di matrimonio, parentela, affinità, adozione o tutela, ma solo da vincoli afffettivi, che siano residenti nel comune, che abitino nella stessa unità immobiliare. L‟ultimo capoluogo a dotarsi di un registro per le “coppie di fatto è stato Napoli”. Il 13 febbraio scorso il Consiglio comunale della città campana, con l‟appoggio di tutta la maggioranza di centrosinistra e sinistra a sostegno del sindaco
de Magistris, ha approvato l‟elenco delle unioni civili già annunciato nel programma elettorale e molto apprezzato da tutti i movimenti Lgbt vicini alla maggioranza arancione dell‟ex magistrato. Napoli è stata la prima metropoli d‟Italia a dire sì al registro. Presto anche a Milano – Anche Milano presto potrebbe arrivare allo stesso risultato. L‟attestazione delle coppie di fatto fa parte degli obiettivi di Pisapia fin dai tempi delle primarie del centrosinistra che gli valsero la candidatura a sindaco. “La famiglia a Milano è cambiata e dobbiamo prenderne atto immaginando interventi che vadano nella direzione dei single, di chi vive da solo con un figlio disabile, delle coppie conviventi, dei padri separati, delle mamme con bambini piccoli”, spiegava nell‟ottobre 2010 il futuro primo cittadino. Lo ripeteva anche a poche settimane dal voto. E pure dopo la vittoria. “Manterrò l‟impegno, e ne sono orgoglioso: il registro delle unioni di fatto verrà fatto entro quest‟anno, è un impegno che avevo preso e che aveva preso la coalizione”, ha ricordato Pisapia all‟inizio di quest‟anno. Beccandosi poi la netta bocciatura dell‟arcivescovo.
“Il registro delle unioni civili è materia che riguarda il Parlamento e non i sindaci”, ha affermato Scola a marzo in un intervista rilasciata a Famiglia Cristiana. “Il nome famiglia – spiegava al settimanale – non si addice ad altre forme di convivenza”. Gli assessori di Pisapia rispondevano: “Rispettiamo, ma andiamo avanti”. Uno scambio di battute che assomiglia tanto al botta e risposta tra il cardinale napoletano Crescenzio Sepe e il sindaco di Napoli.
Con il primo che, riferendosi ai gai, faceva sapere: “Rispetto tutti, ho incontrato queste persone, per loro ho un rispetto totale senza alcun tentennamento. Però è chiaro che ci sono delle cose che, come cattolici, non possiamo accettare”. E De Magistris che replicava: “Rispetto le opinioni del cardinale Sepe ma non torno indietro. Nella Roma bene, per ora, il dibattito è chiuso. La maggioranza di centrodestra nel 2010 ha detto no alla delibera di iniziativa popolare per l‟isitituzione del registro per le unioni civili, che ha ricevuto però il via libera in alcune circoscrizioni. Nel 2005 ha detto sì alle attestazioni il X Municipio, nel 2007 il VI, nel 2011 l‟XI, ad aprile di quest‟anno è toccato al XV. Complessivamente in tutta la penisola, stando a quanto riporta Enciclopedigaya, sono 84 i comuni che hanno approvato il registro delle coppie di fatto, 23 quelli che hanno bocciato la proposta. Tra i primi comuni ad istituire gli elenchi ci sono Empoli, 1993, Congoleto (Genova), 1994, Pisa, 1996.
L’Europa – il Parlamento Europeo, che ha avuto il merito di aprire la discussione politica anche in un paese arretrato dal punto di vista dei diritti civili come il nostro, In materia il Parlamento italiano ha sempre scelto di non scegliere. L‟Italia, insieme a Grecia Albania, Romania, Polonia, è uno dei pochi statI europei a non essersi dotato di norme specifiche. In Francia ci sono i pacs, contratti tra due persone maggiorenni, in Germania sono in vigore norme che regolano la convivenza tra omosessuali in molte parti analoghe alla legge per la disciplina del matrimonio. Lo stesso avviene nel Regno Unito, con il Civil Partnership Act approvato nel 2005. La Spagna, con Zapatero, nel 2005, ha aperto al matrimonio gay. Quindi, il Parlamento Italiano, non può continuare a disattendere la risoluzione emessa dalla Comunità europea, che equipara: parità del diritto tra “Uomini e Donna”, obbligando, altresì, le nazioni aderenti, di recepire il predetto orientamento, entro un tempo massimo di anni 8. Dopo non uniformandosi, si andrà a rincorrere nella sanzione e condanna penale di omofobia”.
Paese Italia, con la sentenza numero 4184 la Corte di Cassazione sancisce il “diritto alla “vita familiare” e a “vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.
Questa sentenza segna un passo storico e fondamentale per l’avanzamento dei diritti civili in Italia. Nelle motivazioni è la stessa Cassazione a chiarire che “l‟intrascrivibilità” delle unioni omosessuali dipende non più dalla loro “inesistenza” e neppure dalla loro invalidità ma dalla loro “inidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell‟ordinamento italiano”. Di Conseguenza, la politica è con le spalle al muro, se è la stessa legge a riconoscere l‟esistenza giuridica delle coppie di fatto. Oggi più che mai è chiaro quanto sia grosso il buco legislativo in materia nel nostro paese e quanto sia importante colmarlo La Marco Polo, pertanto, sollecita, ancora una volta, il Sindaco e l‟Amministrazione Comunale tutta, a volersi uniformare con il resto dell‟Italia, per l‟istituzione del registro delle unioni di fatto e unioni civili.
Con la premessa che, eventuali ulteriori ritardi, non giustificano la gestione politica, afferente il rispetto ed il riconoscimento dei diritti civili. La posizione della Marco Polo è, da sempre, contro ogni forma di discriminazione fondata sul sesso ed è favorevole alla istituzione del registro delle unioni civili al fine di tutelare la condizione di coloro che decidano di convivere fornendosi reciproca assistenza pur non suggellando il loro legame dinanzi a un ministro di culto o a un ufficiale di stato civile. Sono innumerevoli, anche nella nostra Città, le coppie che decidono di condividere la loro esperienza di vita scambiandosi reciprocamente aiuto e solidarietà che però non possiedono alcuna forma di riconoscimento del loro stato di coppia di fatto da parte dell‟amministrazione comunale.
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