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Il microcredito a favore dei soggetti deboli e la proposta passata in Giunta Regionale, nello scorso mese di maggio, dell’istituzione di un credito di imposta per gli investimenti attivati dai nostri imprenditori, sono un esempio lampante della confusione che regna in Regione circa gli strumenti proposti e da proporre per lo sviluppo di un tessuto economico che rischia di scomparire definitivamente se si dovesse continuare su questo trend.
Ma la cosa che ci preoccupa maggiormente è il silenzio assordante di tutta una platea di rappresentanti associativi e di tanti personaggi politici che dichiarano, un giorno si e l’altro pure, di pensare e stare vicini ai bisogni e alle esigenze delle imprese.
In piena campagna elettorale comunale, infatti lo scorso mese di maggio, l’Assessore alle attività produttive della Regione, CARIDI, preannunciava l’adozione di una delibera circa un disegno di legge per incentivare le imprese attraverso l’adozione di un credito di imposta. Ad onor del vero, cì era sembrata un’iniziativa strumentale alla vigilia delle votazioni in decine di comuni nella nostra Regione, ma comunque non avevamo lesinato plausi ed esitato minimamente a congratularci, infatti con una nota dello scorso 23 maggio ci eravamo complimentati pubblicamente con l’assessore per l’importante e significativa iniziativa, che poteva veramente rappresentare un punto di svolta per la nostra economia.
Esponenti della controparte politica di Caridi probabilmente non avevano apprezzato molto la nostra nota perchè redatta alla vigilia del voto, ma avevamo ritenuto con molta onestà intellettuale, considerato che richiedevamo una misura simile da più anni, che era nostro dovere esprimere il nostro punto di vista su questo atto che certamente sarebbe stato un segnale serio della politica a favore del mondo del lavoro autonomo.
Eravamo e siamo sempre più convinti che un credito di imposta per tutte le imprese che avrebbero effettuato nuovi investimenti produttivi in Calabria, nonché attività di ricerca, sviluppo ed innovazione sul nostro territorio in linea con quanto previsto dalle leggi comunitarie, era e sarà un buon viatico per agganciarci concretamente ad un’eventuale ripresa. A distanza di mesi la delibera proposta da Caridi si è rivelata una bufala e le imprese ancora attendono misure concrete a loro favore che li mettano in condizioni di far ripartire lo sviluppo.
Purtroppo dobbiamo constatare che quanto preannunciato con molta leggerezza e per di più alla vigilia di una votazione elettorale da Caridi si è rivelata un’ulteriore delusione per le nostre imprese che continuano a sperare nel senso di responsabilità di esponenti politici che probabilmente non hanno una visione chiara su quelle che sono o possono essere i veri mezzi di sviluppo della nostra economia. Ci attendiamo dall’Assessore regionale, almeno così come aveva preannunciato l’adozione della delibera, una sua nota pubblica di scuse per non aver concretizzato quanto annunciato in campagna elettorale con molta, molta superficialità oppure un chiarimento esaustivo su questa querelle.
Altro punto dolente è il microcredito, anch’esso presentato undici mesi fa come il toccasana per l’avvio di nuove imprese ed il vero strumento di aiuto per i soggetti deboli.
A circa un anno dal varo di questo supporto per l’auto imprenditorialità, nemmeno cento pratiche hanno ottenuto l’ok da un sistema bancario che resta sempre avulso da un contesto economico che aveva salutato positivamente questa iniziativa. Presentato come misura eccezionale per il rilancio occupazionale tra tutti i nostri soggetti deboli, dopo quasi un anno dal varo del bando, questa nuova misura sta dimostrando tutti i suoi limiti.
Secondo il bando non doveva essere richiesta alcuna garanzia al soggetto presentatore, viceversa le banche in queste pochissime pratiche approvate, hanno favorito solo le pratiche dei soggetti che possedevano garanzie. Non si privilegia l’idea imprenditoriale, non si favoriscono i più deboli, si continua a seguire quel metodo garantista di fare impresa che ha creato tanti guasti ed ingiustizie.
A fronte dei 25 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione, nemmeno 2,5 milioni sono stati utilizzati. L’Assessorato competente invece ha preannunciato con molta superficialità che sono state approvate quasi 450 pratiche per circa 17,5 milioni di euro, dimenticandosi di dire che nel passaggio agli istituti bancari avviene un vero blocco in quanto le banche privilegiano, come al solito, solo i garantiti, a prescindere dall’idea!
Noi con questa nota vogliamo sollecitare il Presidente Scopelliti a prendere tutte le iniziative necessarie affinchè si realizzi quanto la sua Giunta ha annunciato all’opinione pubblica calabrese. E’ evidente che, a distanza di mesi, i nostri imprenditori attendono che il credito di imposta diventi qualcosa di serio e concreto, giusto la delibera approvata a suo tempo, e per il microcredito, in linea con quanto sottoscritto tra Fincalabra e mondo finanziario, non si chieda, ai potenziali neo imprenditori già valutati dalla finanziaria regionale, le garanzie personali che non si sarebbero dovuto produrre.
Oggi le imprese e i potenziali neo imprenditori hanno bisogno di credibilità, affidabilità e fiducia da parte del governo regionale, anzi sicuramente da tutta una classe politica, a prescindere delle collocazione, alcune volte disattenta alle concrete esigenze di coloro i quali vogliono veramente creare sviluppo ed occupazione. Cì attendiamo da parte di tutta la nostra classe politica regionale, di destra e di sinistra, le giuste iniziative e reazioni per concretizzare in positivo decisioni assunte precedentemente che forse sono state approvate senza il giusto approfondimento. Riteniamo che sono in tempo per essere coerenti con quanto proposto al nostro tessuto economico, a Scopelliti e a tutto il Consiglio Regionale le giuste iniziative!
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