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Quando di parla di questione Meridionale si indica il grave problema di politica interna italiana, determinato dallo squilibrio economico, civile, sociale, culturale, occupazionale, etico tra il nord e il sud della penisola. Definizione con cui si indicano anche l’insieme degli studi che hanno messo a fuoco la condizione e i problemi del Mezzogiorno italiano. La questione del meridione si origina nello svantaggio accumulato dalle regioni del Sud in rapporto a quelle del Nord, ma soprattutto anche verso l’Europa.
Riprendendo dei dati forniti dalla Confartigianato nazionale vogliamo fare il focus sui reali problemi che attanagliano il nostro territorio che la nostra associazione provinciale cerca di attutire con un duro lavoro quotidiano.
1) Il ‘pubblico’ pesa sulle spalle dell’economia – le regioni meridionali l’incidenza della spesa per consumi finali delle Pubbliche Amministrazioni è pari al 32,3% del Pil, a fronte del 21,3% registrato a livello nazionale. I dipendenti nel settore pubblico nel Mezzogiorno, pari a 505.500 persone, rappresentano il 7,7% del totale degli occupati, a fronte del 5,5% a livello nazionale.
2) Denaro più caro – Un’impresa meridionale, per ottenere un finanziamento a breve termine, paga il denaro ad un tasso medio effettivo del 5,05% rispetto al tasso medio nazionale del 4,28%. La situazione più critica, peggio vanno le cose nelle province di Caltanissetta (dove il tasso arriva al 7,7%), nella nostra di Crotone (con un tasso del 7,02%), e di Agrigento (dove il tasso è del 6,97%).
3) Pagamenti della Pubblica Amministrazione: al Sud i maggiori ritardi – Nelle regioni del Mezzogiorno la Pubblica Amministrazione si fa aspettare in media 141 giorni prima di pagare le aziende fornitrici di beni e servizi, in pratica il 28,4% in più rispetto alla media nazionale di 113 giorni. ‘maglia nera’ l’Abruzzo con 123 giorni di attesa, seguita dalla Puglia (122 giorni) e dalla Campania con 120 giorni. Ma la situazione precipita per le forniture al Servizio Sanitario Nazionale. In questi casi i tempi di pagamento nel Mezzogiorno arrivano ad una media di 425 giorni, rispetto ai 269 giorni di attesa della media nazionale. Picchi assurdi in Calabria, dove le aziende attendono fino a 793 giorni prima di essere pagate, in Molise (755 giorni) e in Campania (661 giorni). Alle imprese artigiane meridionali i ritardi di pagamento della PA costano 874,8 milioni di euro l’anno in termini di maggiori oneri finanziari per far fronte ai crediti insoluti.
4) Diminuisce il lavoro regolare – Tra il 2007 e il 2011 nel Mezzogiorno gli occupati tra 15 e 64 anni sono passati da 6.443.700 a 6.134.500, con una perdita di 309.200 posti di lavoro, pari ad una flessione del 4,8%, nello stesso periodo il calo degli occupati nel Paese è stato pari all’1,25%.
5) La ‘piaga’ del lavoro sommerso – Complessivamente, nel Sud, sono 1.222.000 i soggetti che operano nel ‘sommerso’. Al primo posto delle regioni meridionali con il maggior numero di lavoratori irregolari vi è la Sicilia (287.000), seguita dalla Campania (258.000) e dalla Puglia (240.000).
6) Giovani senza occupazione – Nel 2011 il tasso di disoccupazione dei giovani meridionali under 25 è del 40,4%, vale a dire 8 punti in più rispetto al 2007. La situazione più critica – si registra in Campania dove la percentuale di ragazzi disoccupati è pari al 44,4%. Seguono la Sicilia (42,8%) e la Sardegna (42,4%).
7) Il costo della criminalità – La presenza della criminalità organizzata ha provocato all’economia del Mezzogiorno costi aggiuntivi cumulati, negli ultimi dieci anni, pari a 96.402 milioni di euro, equivalenti ad un costo di 4.614 euro per ciascun abitante del Meridione. I costi aggiuntivi diretti e indiretti provocati dal crimine organizzato ammontano al 2,6% del Pil del Mezzogiorno, contro l’1% rilevato nel Centro Nord.
8) Giustizia lenta – Nel Sud un processo civile presso un Tribunale dura in media 1.207 giorni (198 giorni in più rispetto a quanto avviene nel Centro Nord). La durata media di un procedimento civile definito con sentenza presso un Giudice di pace è di 555 giorni (45 giorni in più rispetto al Centro Nord). In testa alla classifica dei Tribunali più lenti vi è quello di Messina con 1.449 giorni per chiudere un procedimento civile. Seguono Potenza (1.415 giorni), Bari (1.346 giorni), Cagliari (1.311 giorni).
9) Strade e ferrovie: un gap troppo ampio – Nel 2011 l’indice di dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno è inferiore del 20% rispetto alla media nazionale. In particolare, la dotazione di strade nel Mezzogiorno è minore dell’11,9% rispetto alla media nazionale e la dotazione di ferrovie è del 17,9% inferiore alla media nazionale.
10) Salerno-Reggio Calabria: eterna incompiuta da 10,5 miliardi – Emblema dei ritardi infrastrutturali del Sud è l’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Secondo il rapporto di Confartigianato, a 51 anni dalla legge di istituzione, la Salerno-Reggio Calabria registra ancora lavori non conclusi per 140,2 Km, pari al 31,7% del percorso. Il costo degli interventi, dato dalla somma degli stanziamenti ad oggi resi disponibili e degli stanziamenti ancora necessari, è pari a 10,5 miliardi, equivalenti a 27,4 milioni per chilometro di autostrada interessata dai lavori.
11) Fondi comunitari: i soldi per il Sud ci sono ma non riesce a spenderli – Per 5 Regioni del Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia) sono disponibili 43,6 miliardi di fondi comunitari relativi alla programmazione 2007-2013. Ma finora ne sono stati spesi soltanto il 20,2% e impegnati il 48,9%.
12) Energia e acqua ‘a singhiozzo’ – Confartigianato ha rilevato che nel Sud la durata delle interruzioni di energia elettrica registrate nel 2010 e imputabili alle imprese distributrici è di 63 minuti per ciascun cliente, vale a dire 19 minuti in più rispetto alla media nazionale. Analoghi disagi per la distribuzione dell’acqua: le maggiori dispersioni nella rete idrica si registrano nelle regioni del Mezzogiorno: al primo posto la Puglia con l’87,3% di acqua persa, a seguire la Sardegna con l’84,8% di perdite d’acqua, il Molise con il 78,4%, l’Abruzzo con il 77,3%.
13) I ritardi nell’uso di nuove tecnologie – Nella classifica delle 121 regioni europee con il maggior digital divide, la Puglia è la prima regione italiana con il 50% della popolazione che non ha mai utilizzato Internet. Seguono la Campania (49%) e la Calabria (47%). A livello nazionale la quota di ‘analfabetismo digitale’ è del 39%.
Occuparsi del Sud, dei suoi problemi, delle sue difficoltà e delle sue opportunità, vuol dire occuparsi del futuro dell’intero Paese. Bisogna concretamente rimettere al centro dell’agenda politica e di governo i temi del lavoro, della legalità, delle donne e dei giovano. Per favorire questa prospettiva, le energie migliori del Mezzogiorno e del Paese sono chiamate a fare la loro parte. È su questi i temi che tutti siamo chiamati a dare una risposta al di là delle tante parole che abbiamo ascoltato finora. Auspichiamo che tutti si confrontino e diano risposte concrete e non demagogiche a partire da questi fattori negativi da noi indicati. Risolvere la questione meridionale potrà consentire al Paese Italia nella sua interezza di uscire da questa gravissima condizione.
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