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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Raffaele Caccavo, Responsabile Pubblica Amministrazione Forza Italia Giovani – Provincia di Crotone:
“La chiusura del Sant’Anna calpesta i diritti dei cittadini della fascia ionica e dalla politica arrivano solo rimbalzi di responsabilità. Quello che temevamo è, purtroppo, accaduto. Dal primo di novembre l’aeroporto di Crotone sarà un’infrastruttura inutilizzabile dall’utenza. La vicenda è, ormai, tristemente nota a tutti e dai soggetti istituzionali responsabili del mantenimento in vita dello scalo (Comuni, Regione, Governo, curatela fallimentare e società pubbliche interessate) arrivano solo innumerevoli e fastidiosi rimbalzi di responsabilità. Mentre la politica gioca a scarica barile, in primis la Regione Calabria, la compagnia irlandese Ryanair (unica a volare dallo scalo crotonese) il 29 ottobre di quest’anno ha effettuato il suo ultimo volo da e per Crotone. E, fino ad ora, a nulla è valso il pregevole, seppur ritardatario, tentativo del Comune di Crotone di aggiustare la situazione, ergendosi come mediatore fra Tribunale, Ryanair, Regione ed Enac (con quest’ultima il tentativo di dialogo ha riguardato sia il ripensamento sulla decisione di chiudere lo scalo e sia il bando – tutt’ora in corso – per l’affidamento trentennale dell’infrastruttura dal quale è stata esclusa la Sagas, società partecipata anche dall’ente comunale pitagorico).
Tale grottesca situazione, che da un anno a questa parte ha assunto tinte surreali tanto da far sospettare l’esistenza di un disegno finemente architettato finalizzato ad isolare questo territorio attraverso la chiusura dell’unico scalo aeroportuale della fascia ionica peninsulare, ha come protagonisti sempre i soliti noti e come vittime sempre i poveri cittadini. Gli abitanti della fascia ionica e della presila, infatti, sono adesso definitivamente isolati dal resto del Paese dove si trovano, tra le altre cose, le principali strutture sanitarie e universitarie. Insomma, non solo i tantissimi emigrati a causa della imperante disoccupazione saranno costretti a tornare a casa per riabbracciare i propri cari sempre meno spesso, ma anche i tantissimi ammalati bisognosi di prestazioni sanitarie non disponibili nelle strutture regionali saranno costretti, in molti casi, a rinunciare alle cure nelle strutture di avanguardia. Per molti, quindi, la chiusura del Sant’Anna equivale a morire, poiché in condizioni di assoluta vulnerabilità non è per nulla facile raggiungere l’aeroporto di Lamezia Terme.
In un solo colpo, dunque, sono stati calpestati i principali diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini: alcuni direttamente, come quello alla mobilità, altri indirettamente, come quello alla salute. In pratica, a causa dell’avidità di alcuni amministratori e sull’altare della sostenibilità economica dei conti pubblici, si è cancellata l’unica infrastruttura che garantiva a una parte del Paese i livelli minimi di esigibilità dei propri diritti. Un vero e proprio omicidio istituzionale. È necessario, pertanto che non solo le istituzioni locali, ma anche quelle centrali, si interessino alla garanzia dell’unità nazionale, non solo in tema di dotazione infrastrutturale ma, soprattutto, nella garanzia dei diritti costituzionali e della dignità a tutti gli individui presenti sul territorio nazionale, in quanto contribuenti, in quanto cittadini, in quanto uomini”.
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