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Ancora una trasformazione di “Parole erranti” il festival della letteratura calabrese, organizzata dall’associazione La Masnada con il patrocinio del Comune di Cropani e della Regione Calabria. e diretta da Gianluca Pitari e Andrea Giannasi.
In questa IX edizione, dopo aver sorriso con la comicità di Dario Vergassola, nella prima serata, e riflettuto con Paolo Nori, il giorno successivo, ieri sera a Cropani è stata la volta di Carmine Torchia e delle sue “Canzoni scritte a Milano e cresciute altrove”.
Un concerto, quello di Torchia, che avrebbe dovuto “distrarsi” dalla letteratura e far vivere momenti più consoni alla musica. Ma dietro la timida figura del cantautore calabrese si cela un artista vero, i cui testi delle sue canzoni sono delle armoniose poesie.
Accompagnato da Giuseppe Fortugno, alla chitarra elettrica, Roberta Cartisano, al pianoforte e al synth, da Giuseppante Nisticò, alla batteria, e da Gigi Marino, al basso, Torchia, imbracciata la sua chitarra, ha evidenziato una qualità notevole nella esecuzione di alcuni brani del suo repertorio meno recente e presentando alcuni dei brani che a fine estate comporranno il suo nuovo cd.
Uno sguardo al passato attraverso “Ritratto di un omino niente male”, “Quest’amore” e la sempre delicata “L’astronomo” sono serviti a darci una idea della crescita artistica di Torchia.
Di notevole impatto “Il bacio del ladro”, “Tu e io”, “Tu te lo ricordi” e “Dov’è finito”, canzoni intime e profonde che mostrano la sensibilità artistica di un artista che non dimentica la sua appartenenza al mondo dei cantautori. E dal repertorio di Domenico Modugno e Francesco De Gregori “ruba” due classici della canzone italiana come “Lu pisci spada” e “La donna cannone”.
Non tradisce il suo stile nel rileggere questi brani. Da solo con la sua chitarra mantiene la scrittura originale, dandole, però, un tocco personale. Stessa cosa avviene quando esegue “Il tuo stile” di Leo Ferrè.
Trova il modo di ringraziare più volte La Masnada che, a suo dire lo hanno indirizzato verso la canzone d’autore dopo un periodo, quello degli inizi, in cui Torchia era dedito al rock progressivo. Un genere che lui non dimentica e che è evidente in “Giorno dopo giorno”.
Per il finale riserva un brano in dialetto catanzarese, scritto da un autore anonimo e da lui musicato, con cui è solito chiudere i suoi concerti.
“Parole erranti” si concluderà stasera con “Poeti a duello”, il fiore all’occhiello del festival, che avrà inizio alle ore 22,30. Alla sfida a colpi di versi ci si potrà iscrivere fino a un minuto prima dell’inizio.
La band:
Carmine Torchia, voce e chitarra
Giuseppe Fortugno, chitarre
Roberta Cartisano, pianoforte e synt
Gigi Marino, basso
Giuseppante Nisticò, batteria
La tracklist:
– Ritratto di un omino niente male
– Dov’è finito
– Quest’amore
– Cuore ermetico
– Lu pisci spada
– La donna cannone
– Tu e io
– Case popolari
– A fine mese
– Il punto e la virgola
– Trema la foglia
– Il bacio del ladro
– Il tuo stile
– L’astronomo
– La parte migliore
– Tu te lo ricordi?
– Giorno dopo giorno
– La morte apparente
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