‘Ndrangheta sul cimitero di Reggio, arresti nell’operazione Cemetery Boss

operazione Cemetery Boss

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10 arresti sono stati eseguiti questa mattina a Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Cemetery Boss“. 9 persone sono finite in carcere, e una agli arresti domiciliari in seguito ad una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Operazione Cemetery Boss

Le misure cautelari sono state emesse nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti affiliati alle cosche Rosmini e Zindato di Reggio Calabria. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo e con ruoli diversi, di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa.

Circa un centinaio di uomini e donne della Polizia di Stato sono stati impegnati nell’operazione diretta dagli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria, coadiuvati dagli operatori del Reparto prevenzione crimine. I militari stanno eseguendo anche perquisizioni e sequestri di alcune imprese. 

L’inchiesta

L’operazione della squadra mobile di Reggio è stata chiamata in codice «Cemetery Boss». Le indagini si sono avvalse di intercettazioni e delle dichiarazioni di alcuni pentiti. Grazie alle loro dichiarazioni, sarebbe emerso il pericoloso ed articolato intreccio imprenditoriale che ha determinato l’ascesa della cosca Rosmini nell’ambito della ndrangheta.

L’inchiesta avrebbe consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali di alcune cosche operanti nei quartieri Modena, Ciccarello e San Giorgio Extradella di Reggio Calabria.

L’inchiesta, in particolare, avrebbe consentito di fare luce sugli interessi economici nei lavori all’interno del cimitero del quartiere Modena.

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