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Il contrasto al proliferare delle piantagioni di cannabis indica, a queste latitudini, è, ormai, notorio come sia una delle principali attività di polizia giudiziaria portata avanti dalle Forze dell’Ordine. Il lucroso business che, ogni anno, fa confluire nelle casse della criminalità organizzata centinaia di migliaia di euro è d’altronde un fenomeno talmente redditizio ed il cui rapporto costi\benefici è sì vantaggioso da far moltiplicare negli anni coloro che si dedicano a questa pratica illecita.
Nello specifico la Compagnia CC di Gioia Tauro durante l’appena trascorsa stagione estiva ha rinvenuto ben 12 piantagioni per un totale di quasi 10.000 piante che se immesse nel mercato clandestino avrebbero fruttato qualche milione di Euro; per tale ragione sono finite in manette ben 19 persone, spesso giovanissime, accusate a vario titolo di produzione, coltivazione, detenzione e relativo spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra le varie piantagioni scoperte quest’anno, quella, senza dubbio, più importante sia per numerico di piante rinvenuto che per metodologia utilizzata – si è infatti “sfruttato” un terreno sottoposto a confisca – era situata in località Cannavà del Comune di Rizziconi e precisamente in contrada Cariati. Lì i militari della locale Stazione CC con l’immancabile supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” hanno rinvenuto e distrutto 7.000 piantine del tipo “olandese nana” – qualità che, da un paio di anni a questa parte, pare aver preso parecchio piede in Calabria – poste a dimora in un terreno che aveva l’estensione più o meno di un campo di calcio. Al suo interno i militari dell’Arma vi hanno rinvenuto anche dei sofisticatissimi strumenti di video-ripresa che permettevano di captare l’intrusione di soggetti “poco graditi”. Proprio partendo da ciò gli investigatori della Compagnia di Gioia Tauro e della Stazione di Rizziconi stanno cercando, adesso, di risalire agli autori di questa vera e propria fabbrica di stupefacenti. Le attività infatti continuano incessanti e pare si stia stringendo, sempre di più, il cerchio attorno a coloro i quali, non meno di 3/4, si siano adoperati per trasformare un uliveto della piana di Gioia Tauro in una spianata di “erba allucinogena”.
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