Vino, Radici fa il botto a Rossano

RADICI-121012 (10)

Questo post é stato letto 37360 volte!

RADICI-121012 (10)
RADICI-121012 (10)

Vino, il riscatto calabrese è ormai un punto di non ritorno. A patto però che resti l’identità l’ingrediente principale in bottiglia, che si rispetti la biodiversità, che non si inseguano mode o cliché. A partire dall’etichetta, che deve narrare storie. La Calabria, che conta più vitigni autoctoni rispetto ad altri, ha tutte le carte in regola. Bisogna solo crederci e, soprattutto, fare sistema. Scarsa o limitata presenza delle etichette calabresi sui menu dei ristoranti italiani?

Le responsabilità sono condivise e diffuse. Serve anche più consapevolezza e coraggio da parte della ristorazione locale. Parola degli esperti Piero SARDO (vicepresidente di Slow Food), del famoso blogger nazionale del gusto e dl food Luciano PIGNATARO, del fondatore di RADICI in Puglia Nicola CAMPANILE e del giornalista di fama internazionale in tema di enogastronomia Franco ZILIANI.

Un autentico successo, quello registrato venerdì 12 presso l’Auditorium Alessandro AMARELLI, per l’atteso momento di approfondimento che, per la prima volta, ha attratto nella Città del Codex e della Liquirizia il gotha dei produttori calabresi. Ricca di interventi e di spunti l’agorà sul tema de “IL MAGLIOCCO, IL GAGLIOPPO. IDENTITÀ, TRADIZIONE E FUTURO”, moderata da Lenin MONTESANTO fiduciario della condotta SLOW FOOD SIBARITIDE – POLLINO e Giovanni GAGLIARDI fondatore e responsabile di vinocalabrese.it nonché referente per la Calabria di RADICI Wines. – Produttori, sommelier, semplici appassionati del tema, ristoratori e rivenditori hanno letteralmente invaso, dopo il dibattito, la conceria della storica Fabbrica di Liquirizia per degustare i vini dei produttori calabresi chiamati ad intervenire da tutta la regione. – Da ‘A VITA a IPPOLITO, da CAPARRA E SICILIANI a DU CROPIO, da FATTORIA SAN FRANCESCO a LIBRANDI da SERGIO ARCURI a SENATORI VINI di Cirò Marina, da CERAUDO e LA PIZZUTA DEL PRINCIPE di Strongoli a FERROCINTO di Castrovillari, da FEUDO DEI SAN SEVERINO di Saracena a L’ACINO di San Marco Argentano, da LIDIA MATERA di Montalto a PIANA DI SIBARI di Corigliano, da RE ALARICO di Carolei, a SPADAFORA e TERRE DEL GUFO di Donnici, a STATTI di Lamezia fino a TROIANO di Amendolara. – Insomma a Rossano, ieri sera, c’era quella Calabria del vino che vuole e sa fare rete per aggredire il mercato, che dice sì alla biodiversità e no all’omologazione e che sa presentarsi al mondo con la propria identità e con le proprie caratteristiche esclusive, quelle del prodotto insieme a quelle del terroir. – Tra le bottiglie dei produttori che hanno arredato la location curata da Cristiana SMURRA segretaria della condotta Slow Food Sibaritide Pollino, sistemate sulle 22 botti messe a disposizione dalla Cantina Storica MARINELLI di Rossano, c’era anche lo spazio dei formaggi della FATTORIA BIO di Camigliatello. All’ingresso della conceria, la Q5 AUDI, esposta dalla AUTOMARINE di Corigliano, sponsor ufficiale e partner dell’evento insieme a ECOROSS, LA PIETRA Costruzioni, COMUNICAZIONI EUROPA, MONTESANTO SAS, SIMET, AMARELLI, BIOSMURRA e TENDENZA SHOES. – Gioco di squadra e alleanze.

Oltre al padrone di casa Fortunato AMARELLI, erano presenti anche gli amministratori di Cirò con il Sindaco Mario CARUSO, il vicesindaco Francesco PALETTA e l’assessore comunale Mario ROMANO, il vicesindaco e assessore al turismo del Comune di Rossano che ha patrocinato l’evento, Guglielmo CAPUTO, il sindaco di Vaccarizzo Aldo MARINO, il segretario comunale di Rossano e Cirò Michele FRATINO, il Sindaco di Amendolara Antonio CIMINELLI, i consiglieri comunali di Rossano Giandomenico FEDERICO e Giovanni DE SIMONE, l’assessore all’ambiente di Castrovillari Angelo LOIACONO, il direttore di Confindustria Cosenza Rosario BRANDA ed il consigliere regionale Gianluca GALLO. –Parentesi d’arte, storia e d’identità – L’ormai celebre ASTROLABIO pro LILIO, prezioso monile realizzato dal maestro orafo di Cirò Marina Mimmo COZZA in omaggio alla memoria del matematico cirotano al quale, nel 1582, si deve la riforma del calendario Giuliano in Gregoriano, è stata consegnato, insieme ai fondatori della condotta SLOE FOOD Lenin MONTESANTO e Giovanni GAGLIARDI, a Piero SARDO, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

Questo post é stato letto 37360 volte!

Author: Cristina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *