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Oggi 11 Aprile lo Stato espropria i terreni dove passerà la Tav: lo fa con la solita schiera di forze dell’ordine per imporre una decisione scellerata imposta d’autorità in barba a qualsiasi processo democratico. Rispondiamo all’appello dei No Tav perché la lotta della Val Susa non è una lotta “nimby”, una vertenza locale che riguarda un solo territorio ed una sola popolazione.
La lotta No Tav e oggi il punto più avanzato delle lotte per un modello economico ed ecologico alternativo. Dinanzi lo sperpero di risorse pubbliche per un’opera inutile e devastate la popolazione val susina lotta per impedire lo scempio, per far vivere una democrazia reale che permetta l’emergere dell’interesse collettivo contro gli interessi di speculatori e mafia. Dall’altra parte dello stivale italico, nella nostra devastata Calabria, non è uguale il copione?
Anni di devastazione hanno avvelenato la nostra terra: mentre interi territori venivano seminati con rifiuti mortali un’elite di mafiosi, massoni e politici si arricchiva sfacciatamente. E mentre non si trovano i soldi per bonificare la Valle dell’Oliva, mettere in sicurezza il territorio, rilanciar un servizio di trasporti pubblici efficiente e rimettere in sesto la nostra rete idrica, mentre chiudono scuole e ospedali vengono proposte mega opera come il Ponte sullo stretto o la Tav che altro non sono che monumenti allo spreco di risorse pubbliche, straordinarie occasioni di guadagno per speculatori e mafia.
Per questo la lotta della Tav è la nostra lotta, la lotta della democrazia partecipata e reale contro la lo Stato asservito agli interessi di speculatori e Ndrangheta!
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