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di Cristian Fiorentino
Si è svolta con successo, domenica scorsa, nella sala convegni “Palazzo Marino” a Vaccarizzo Albanese, la presentazione monografia sul pittore arbëreshë Raffaele Vincenzo Barone. Opera dedicata all’artista di Vaccarizzo Albanese, 1863/1953, scritto a quattro mani da Francesco Perri e Cecilia Perri e pubblicato ne “I quaderni dell’Irfea”, sezione Arte, diretta dalla stessa C.Perri, ed edito da “La Mongolfiera Editrice”. Evento introdotto e armonizzato dal prof. Carlo Rango, dove hanno preso parte il sindaco di Vaccarizzo, Antonio Pomillo, che ha fatto gli onori di casa e la presidente dell’Azione Cattolica di Vaccarizzo, Chiara Liguori, nonché il vicario dell’Eparchia di Lungro, Papas Pietro Lanza. Apprezzato dalla nutrita cornice di pubblico gli interventi degli autori che si sono trattenuti, in modo specifico, sulla figura e l’opera di Raffaele Vincenzo Barone, arricchendo l’esposizione con cenni sui altri pittori nati o vissuti nel paese arbëreshë.
La cittadina cosentina, vanta tra i suoi “figli”, i pittori Eugenio Lorenzo Barone, Antonio Scura, Alberto Marchianò, Giuseppe Antonio Marchianò e Raffaele Barone, ascendente diretto, quest’ultimo, di Raffaele Vincenzo Barone. Tornando al libro, il volume, arricchito dalla prefazione di Giorgio Leone, è il risultato di una profonda ed scrupolosa indagine da parte degli autori. Francesco Perri si è dedicato alle ricerche documentarie su Barone, nonché al ritrovamento di molte sue opere sparse per il mondo e addirittura tra Barcellona e l’America Latina dove si illustrano i legami tra il pittore e Vaccarizzo. Cecilia Perri , invece, ha curato la biografia dell’artista e l’analisi storico-critica delle sue opere evidenziando, a conclusione del suo intervento, come Raffaele V. Barone possa e debba essere considerato un <<Rinomato pittore e disegnatore, principalmente orientato verso la pittura di paesaggio e la ritrattistica. Molte delle sue opere sono state rinvenute in Argentina, dove era emigrato giovanissimo e dove, ancora oggi, gode di notevole fama, tanto da essere ricordato – nella città argentina di Rosario, dove riposano le sue spoglie – come “pioniere dell’arte”>>.
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