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“Con l’inizio del nuovo anno abbiamo ricevuto la sconcertante notizia che nella gran parte delle regioni d’Italia, per vedersi riconosciuto il pagamento dei propri servizi forniti alla sanità i fornitori debbono attendere qualche anno.
Resto, però, ancor più sbalordito dal quasi rassegnato silenzio dei diretti interessati: sia da coloro che debbono effettuare i pagamenti, che altrimenti dovrebbero fare mirabolanti giochi verbali di prestigio per giustificare tale incompetenza, sia chi quei soldi li deve ricevere, silenzioso perché probabilmente intimorito dalle possibili pressioni o ritorsioni cui andrebbe incontro se dovesse reclamare prima le proprie spettanze.
Noi non possiamo tacere questa incredibile situazione e non possiamo lasciare neanche che la nostra regione, visto che sono orgogliosamente calabrese, oltre che per i servizi non particolarmente eccellenti offerti dalle strutture ospedaliere, annoveri tra le sue medaglie d’oro all’inefficienza anche quella per i pagamenti alle imprese nel settore delle forniture ospedaliere”. Le piccate dichiarazioni sono del Responsabile Nazionale UDC per l’Innovazione e l’Informatizzazione nel Servizio Sanitario Nazionale, Elio D’Alessandro.
“Se non fosse una situazione tristemente drammatica per chi la subisce, verrebbe voglia di dire che il sistema sanitario calabrese fa attendere i propri creditori almeno mille giorni prima di effettuare la corresponsione di quanto dovuto, probabilmente perché vuole continuare a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e ricordare così il numero delle famose camicie rosse del nostro mitico Garibaldi. Ma l’impressione è che, in questo drammatico caso, di rosso ci sia solo il conto delle imprese coinvolte nel settore della sanità”.
Ad onor del vero, e non per contraddire quanto appena affermato, D’Alessandro riconosce che qualche sforzo si sta facendo e che la politica calabrese sta provando a mantenere la gestione del sistema sanitario secondo i parametri imposti da Roma.
Non bisogna, però, abbassare la guardia ma cercare in tutti i modi di migliorare il sistema dei pagamenti, affinché non si continuino a pagare montagne di interessi e si diminuisca realmente il pesante debito pubblico che grava sulle casse della sanità calabrese. “Il Governatore Scopelliti deve proseguire con maggiore coraggio nella sua opera di buona gestione della spesa sanitaria. Altrimenti – prosegue D’Alessandro – non ci resterà che chiedere un ulteriore intervento al nostro Primo Ministro, Mario Monti. Anche il premier, infatti, visto il suo ottimo rapporto con le banche, potrebbe provare a risolvere anche questo problema, magari impegnandosi a far stipulare un accordo per cui tutti i fornitori allo scadere dei 90 giorni potranno presentare in banca le proprie fatture per un saldo immediato.
Ma non come avviene già adesso, dove a volte le fatture vengono utilizzate dagli istituti di credito come oggetto di pressione, divenendo spesso causa di fallimento di migliaia di piccole e medie imprese. Quelle stesse fatture, invece, adeguatamente riscontrate nella loro legittimità dagli uffici di ragioneria delle Aziende Sanitarie, dovrebbero poter essere pagate per intero senza ma e senza ulteriori spese o garanzie per i fornitori”.
Colpe recenti e lontane della politica calabrese a parte, D’Alessandro ritiene che sia giunto il momento per cui anche lo Stato si rapporti con senso reciproco ed egualitario nei confronti dei suoi cittadini, attribuendosi direttamente le proprie responsabilità nei confronti delle banche e lasciando fuori dalle beghe i poveri imprenditori. D’altra parte, sono soldi dovuti e così facendo si salverebbero sicuramente capre e cavoli, cancellando tutte quelle zone d’ombra che ritroviamo nell’affaire dei costi impropri e abbassando i tanti costi inappropriati della sanità.
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