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Quando si pensa di poter e dover sfruttare ogni occasione ed ogni questione, soltanto per guadagnare spazi personali sulla stampa, non soltanto si rimediano spesso pessime figure, frutto di disinformazione o di mala fede ma – ciò che è più inaccettabile – si confondono i cittadini. Non mi spiego in altro modo la posizione, sulla questione Tribunale di Rossano, pubblicamente assunta nei giorni scorsi, dal sindacalista della CGIL CASCIARO, scagliatosi contro il sottoscritto con motivazioni e ricostruzioni fondate sul nulla. – Non soltanto CASCIARO inventa e tenta di propinare un mio presunto disinteresse rispetto all’ipotesi legislativa di soppressione di importanti Tribunali, tra i quali appunto quello di Rossano; ma, disconoscendo quanto realmente accaduto nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, il sindacalista si cimenta in commenti e censure che, ancora una volta, non possono che qualificare quanti preferiscono queste forme di aggressione gratuita, non certo il mio impegno politico ed istituzionale in e per questo territorio.
Anche a sostegno, in tutte le sedi, del mantenimento in vita di questo importante e strategico presidio dello Stato. CASCIARO ignora, infatti, che l’assise consiliare regionale, nella sua interezza, ha discusso, condiviso e approvato un ordine del giorno del 7 maggio scorso, presentato dal Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta On. Salvatore MAGARÒ attraverso il quale abbiamo tutti manifestato il nostro dissenso alla chiusura dei Tribunali di PAOLA, CASTROVILLARI, ROSSANO, LAMEZIA TERME, LOCRI e PALMI, nonché delle sedi distaccate di CHIARAVALLE e CINQUEFRONDI.
Perché essi rappresentano – abbiamo sottoscritto – “importanti ed imprescindibili avamposti della legalità in un territorio gravato da un elevato tasso di criminalità e che, se privato di così importanti presidi di giustizia, rischia di finire assoggettato al controllo della ‘ndrangheta”. Da una parte, quindi, non si capisce dove possa o debba andare a parare l’ennesima filippica di rappresentanti sindacali troppo spesso, invero, impegnati a fare altro rispetto al proprio compito e ruolo istituzionale; dall’altra, dalle dichiarazioni, fuori luogo, strumentali ed anche offensive di CASCIARO emerge, purtroppo, un approccio limitato e limitante a questioni territoriali, regionali e nazionali che, soprattutto in questa delicatissima congiuntura economica dell’intero Paese, dovrebbero essere affrontate semmai, con maggiore equilibrio e senso di responsabilità, senza demagogia, senza isterismi né ansie da primogeniture o di presenzialismo a tutti i costi, magari facendo a gara a chi alza di più bandierine municipaliste.
Le questioni aperte, tra le quali anche quelle connesse alla riorganizzazione degli uffici del Ministero della Giustizia, sono così complesse ed interconnesse da imporre a tutti serietà, prudenza e capacità di proporre soluzioni largamente condivise.
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