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Le indagini condotte a ritmo serrato dai Carabinieri della Compagnia di Scalea finalizzata ad individuare gli autori del tentato omicidio del giovane 33enne consumato all’interno di un locale notturno della movida di Diamante (CS) hanno portato, la scorsa notte, al nuovo fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, dei due giovani già indagati dagli inquirenti nell’immediatezza dei fatti: un 23enne cosentino e un 21enne originario di Belvedere Marittimo.
I FATTI
La notte del 25 ottobre 2015 un giovane aveva contattato il numero di pronto intervento 112 comunicando che un ragazzo era riverso in una pozza di sangue poiché attinto da un colpo di arma da fuoco alla gola. Le indagini hanno permesso di individuare il movente di quel fatto di sangue in una futile discussione tra la vittima e uno dei due giovani: una parola di troppo e uno scambio di sguardi sono state prodromiche per una vera e propria esecuzione del giovane all’interno dei servizi igienici del locale.
Dopo aver discusso animatamente i due giovani si sono separati e mentre la vittima stava facendo la fila per recarsi in bagno, i due malviventi lo hanno raggiunto e hanno ripreso la precedente discussione. Dopo poche parole uno dei due ha estratto una pistola dalla tasca e ha esploso un colpo a bruciapelo sulla vittima che si è accasciato al suolo.
L’esplosione del colpo è stata camuffata dalla musica ad alto volume del locale che ha favorito la fuga dei due giovani a bordo di un’autovettura a loro in uso.
A carico dei due, all’esito di ulteriori indagini poste in essere dai militari dell’Arma, sono stati acquisiti ulteriori elementi che hanno aggravato il precedente quadro indiziario.
La scorsa notte i Carabinieri dei N.O.R.M. di Scalea e del N.O.R.M. di Cosenza, unitamente ai militari della Stazione di Diamante hanno posto in essere un piano di ricerche coordinato sviluppato tra i comuni dell’alto tirreno cosentino e tra i quartieri popolari del capoluogo Bruzio che ha portato al rintraccio dei due ricercati.
Uno dei fermati è stato associato al carcere di Paola, mentre l’altro è stato associato al carcere di Cosenza entrambi a disposizione dell’A.G. mandante.
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