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di Mario Guido
Quello che sta avvenendo a Bisignano, ormai da più di un anno, è veramente curioso se non proprio ridicolo per molti versi.
Mi riferisco alla smania che affligge i piccoli politicanti locali che, con incomprensibile e larghissimo anticipo, si stanno affannando alla ricerca di alleanze, di candidature e di formazione di liste che, nella prossima primavera, dovrebbero confrontarsi nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del nuovo sindaco.
Tutte le sceneggiate del teatrino della politica vengono riportate e spesso noiosamente ripetute nei vari passaggi, dalla stampa compiacente che ha finito per tediare i lettori che, sdraiati sotto l’ombrellone, al mare, vorrebbero leggere qualcosa di più interessante ed accattivante.
Si innalzano, così, gratuiti monumenti e si da immeritato spessore a nomi e personaggi che nell’opinione pubblica locale non dicono nulla o sono stati più volte sonoramente “trombati” in precedenti prove elettorali e dovrebbero solo sentire il dovere di mettersi da parte, una volta per sempre, lasciando spazio alle nuove generazioni.
La situazione politico-amministrativa di Bisignano certamente non gode proprio di buona salute, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto economico-finanziario che risente pesantemente della situazione di crisi generale, ormai universale, e dell’eredità debitoria che l’attuale Amministrazione si è trovato a fronteggiare.
L’attuale sindaco che si chiama Umile come S. Umile e Bisignano come la città che amministra, si dice fiducioso e, nonostante le dichiarate difficoltà, è sicuro di continuare a guidare il Comune fino alla conclusione della legislatura.
Il dopo Bisignano è già stato disegnato più volte da tutti coloro che sono impegnati nel teatrino della politica con proposte e progetti che si volatilizzano, immancabilmente, poco tempo dopo la loro formulazione.
Tutti dicono che è necessaria l’intesa di tutti i gruppi di opposizione per far fuori Umile Bisignano, intesa che non si riesce a trovare, eppure se ne parla da oltre un anno!
Come mai non si riesce, nonostante gli innumerevoli incontri, le serate di pizza e birra e le inutili assemblee a trovare l’amalgama necessaria per fissare un punto d’incontro e per approvare un serio progetto di vero rinnovamento?
Perchè in questa città che ha avuto l’immeritato dono di avere un Santo, il santo dell’umiltà è priva, soprattutto nelle persone che dicono di fare politica, di questa virtù.
La superbia, la tracotanza, la voglia di primeggiare a tutti i costi, hanno segnato negativamente, ormai da decenni, il destino della cittadina della Valle del Crati che non ha mai avuto un suo rappresentante in seno al Parlamento e da decenni non ha più avuto né un consigliere provinciale e tanto meno regionale.
A parere di chi scrive questo fatto ha condannato Bisignano all’appiattimento economico, sociale e culturale e al mancato sviluppo generale.
Occorre porre speranza nelle nuova generazioni che, tuttavia , non potranno non tenere conto dell’esperienza del passato.
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