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Centinaia di persone nel pomeriggio della Domenica delle Palme ha seguito a Celico (CS), la rappresentazione della Passione di Cristo organizzata dall’Associazione Culturale SilAntica con la collaborazione della Parrocchia di San Michele Arcangelo, l’Amministrazione Comunale e la Provincia di Cosenza.
Per le strade lastricate del paese, gli attori, coadiuvati da numerosissime comparse, hanno fatto rivivere per il nono anno i momenti più importanti della Passione di Cristo.
Manifestazioni del genere non sono nuove nella Presila cosentina, che tradizionalmente ha sempre avuto un nutrito numero di eventi ,a dimostrazione di quanto sia sentito, da queste parti, il periodo pasquale.
Anche questa volta il direttore artistico Fernando Amelio, ha saputo trasmettere quella carica di umanità che fa della sacra rappresentazione un evento coinvolgente ed emozione , curando nei minimi particolari gli spostamenti ,i dialoghi e i costumi .
Dall’ingresso trionfale in Gerusalemme, all’ultima cena ,al processo e condanna , fino al momento della crocifissione gli attenti spettatori si sono fatti guidare dalla voce fuori campo che ne ha scandito i momenti, mostrando la crudeltà degli uomini che non hanno saputo riconoscere l’Uomo-Dio e che impassibili hanno visto il dolore straziante di sua madre .
Ma il sacrificio della croce ha redento gli uomini rinnovando un patto di salvezza, che con la resurrezione lava ogni peccato.
La stessa Celico si è offerta come naturale cornice alle sofferenze di Cristo, e non è un caso che la rappresentazione sia partita da quello che in antichità era il quartiere ebraico detto dei Calderazzi ,fino ad arrivare ,per gradi , alla sommità del paese ,porta naturale verso le pinete delle alture silane.
Il riuscitissimo evento ha visto nei mesi passati l’impegno di una organizzazione non comune , che reiterando le gestualità della tradizione , permettendo per tanto che qui si possa parlare ancora di comunità.
Comunità che nei secoli nutrendosi di tali manifestazioni ha affrontato catastrofici terremoti , letali pestilenze, insidiose incursioni confortate dagli occhi rivolti al divino.
E anche ai tempi d’oggi, la fedele riproduzione di quanto è avvenuto duemila anno orsono in Palestina , aiuterà la Comunità dell’Abate Gioacchino a vivere gli altri momenti della Settimana Santa pregni del convincimento cristiano, vivendo una proficua Pasqua di Resurrezione.
Tommaso Orsimarsi
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