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Quando un collega, come qualsiasi altro lavoratore, non per giusta causa, perde il posto di lavoro, che validamente ha ricoperto, non può non rammaricare l’intera famiglia dei giornalisti. Tutti, nessuno escluso.
La notizia, che a quanto mi risulta, attenderebbe ancora conferma, del defenestramento, dall’ufficio stampa del Cosenza Calcio, di due colleghi, non può non coglierci di sorpresa.
Conoscendo la professionalità di entrambi, riconosciuta loro anche dal sindaco della città, per il positivo lavoro svolto in occasione del ritorno, dopo non poche stagioni, sia pure per incontrare un diverso avversario, dei bianconeri juventini al “San Vito”.
Sono certo che, oltre la mia personale solidarietà, ai due colleghi non mancherà quella dello stesso presidente dell’Ordine, Giuseppe Soluri e del segretario del Sindacato di categoria, Carlo Parisi.
Così come sono anche certo, per la stima che incondizionatamente viene riconosciuta al direttore sportivo Renzo Castagnini, già gloriosa bandiera del Cosenza anni ottanta, al presidente Giuseppe Carnevale ed agli altri attuali dirigenti, che – se malintesi possono esserci stati – saranno, quanto prima, chiariti ed eliminati.
Consentitemi che lo dica io, che per i cinque volumi (un sesto è in cantiere) dedicati al sodalizio silano, mi considero – presunzione a parte – lo storiografo del Cosenza Calcio, che per i giusti obiettivi che unanimemente ci si è posti, possa essere confermata quella collaborazione, quella entusiastica intesa tra tutte le componenti della società, così come tra tutti i rappresentanti della tifoseria organizzata.
Vincenzo d’Atri
Consigliere revisore dell’Ordine Giornalisti
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