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E’ trascorso ormai un mese dallo storico ripristino del servizio turistico con treno a vapore, sulla tratta ferroviaria a scartamento ridotto silana, tra Moccone, Camigliatello e San Nicola Silvana Mansio. Un evento che attendevamo ormai da otto anni, ma che dopo tante iniziative e proposte per il rilancio di questa tratta, si è finalmente concretizzato. In questi giorni le squadre di Calabria Verde, inoltre, stanno lavorando alacremente lungo il tratto terminale della Ferrosilana, tra San Nicola Silvana Mansio e San Giovanni in Fiore, e nel giro di qualche mese si tornerà a sbuffare fino alla città di Gioacchino da Fiore.
Una promessa della Regione Calabria, con impegno in prima persona del Presidente Mario Oliverio assieme, ovviamente, alle Ferrovie della Calabria. In occasione del convegno di presentazione del Treno della Sila lo scorso 8 agosto, il Presidente ha inoltre specificato che il progetto di recupero per fini turistici riguarda tutta la Ferrosilana, e non esclusivamente il tratto Moccone – San Giovanni in Fiore.
Uno dei tratti della Ferrovia Silana più interessanti sia paesaggisticamente che, soprattutto, a livello tecnico e storico, è infatti quello che va da Pedace (stazione di diramazione posta sulla Catanzaro – Cosenza) a Moccone, passando per Spezzano della Sila e San Pietro in Guarano. Anche i calabresi meno esperti di treni e ferrovie, infatti, avranno sentito parlare del famoso tratto in elicoidale tra le stazioni di Casole-Trenta e Pedace-Serrapedace o dell’imponente viadotto in curva di San Pietro in Guarano. Il tutto, immerso in un paesaggio naturale ed antropico diverso rispetto a quello attraversato dalla Ferrosilana “alta” tra Moccone e San Giovanni in Fiore, ma di certo non meno interessante ed affascinante.
A proposito di centri abitati, infatti, diversamente da quanto accade sulla Moccone – San Giovanni in Fiore, dove gli unici abitati serviti dalla ferrovia sono quello di Camigliatello e quello di San Giovanni in Fiore, sulla “silana bassa”, specie sul tratto iniziale da Pedace a San Pietro in Guarano, notiamo la presenza consecutiva di più aree relativamente popolose perfettamente servite dalla ferrovia. Si tratta di centri di notevole interesse storico, che tra l’altro potrebbero essere agevolmente serviti da trasporto pubblico locale su rotaia da/per Cosenza, togliendo dalla strada una quantità di bus non indifferente: ma di questo ne parleremo in un articolo dedicato.
Questo preambolo, infatti, è necessario per presentare una proposta, a dire il vero molto audace ed “alternativa”, lanciata dal consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea e da noi condivisa fin da subito, destinata al riutilizzo della Pedace – Moccone per fini turistici.
Chi di noi non conosce il mitico Trenino Rosso del Bernina Tirano – St. Moritz, gestito dalle Ferrovie Retiche, ormai famosissimo per le sue spettacolari carrozze panoramiche?
Si tratta di un servizio unico in Europa (almeno nel suo genere), che molto spesso è caratterizzato da liste d’attesa di prenotazione dei posti, che superano anche i 2-3 mesi!
Trasliamo il tutto in Calabria, in Sila, ed immaginiamo quindi di partire lentamente non da Tirano ma da Cosenza (ancora meglio se in coincidenza con la corsa di Trenitalia da cui saremmo appena scesi, nel segno di un’intermodalità sfruttabile non solo per andare a scuola o a lavoro) diretti non a St. Moritz, ma bensì a San Giovanni in Fiore, a bordo di un modernissimo complesso Stadler di nuova concezione. Nuova concezione per nulla fantascientifica, dato che unisce alla ormai collaudata piattaforma progettuale dei complessi diesel a cremagliera DE M4c.500, attualmente in servizio sulla rete di FdC, la spettacolarità ed il comfort delle carrozze panoramiche in uso sulla Matterhorn-Gotthard Bahn per il famoso servizio “Glacier-Express” da Zermatt a St.Moritz.
Interponendo due carrozze panoramiche alle due unità motrici con alcuni accorgimenti in fase progettuale (omogeneizzazione delle misure generali, leggermente diverse tra i DE M4c.500 e le carrozze MGB, trasformazione in carrello motore del carrello portante) si realizza così un complesso da 136 posti a sedere, dotato di comfort quali climatizzazione ridondante, prese elettriche al posto, completa accessibilità per le persone a ridotta mobilità, e soprattutto grandi finestrature panoramiche che permetteranno di godere appieno delle bellezze attraversate dalla ferrovia Silana. Ma la Sila è sinonimo anche di sci e mountain-bike, motivo per cui un grande spazio in una delle due unità motrici viene dedicato ai ciclisti ed agli sciatori, permettendo loro di trasportare la loro attrezzatura sportiva in totale sicurezza e godendo di un viaggio unico nel suo genere. Nel grafico sottostante troverete tutte le caratteristiche del “nuovo treno verde panoramico della Sila”:
Accolti dalle grandi vetrate, infatti lo spettacolo inizierebbe già dall’attraversamento del bellissimo ponte in ferro nel centro di Cosenza, che attraversa il misterioso punto di confluenza tra i fiumi Crati e Busento, dove si narra che venne seppellito il Re Alarico assieme al suo inestimabile tesoro.
A bordo delle carrozze, perfettamente insonorizzate e dotate di filodiffusione, una voce espone ai viaggiatori i luoghi che si stanno ammirando dal finestrino mentre le informazioni salienti su tali luoghi scorrono sugli schermi posti lungo i corridoi: si transita lentamente da Cosenza Casali, ed il paesaggio inizia a farsi sempre più “silano”, finchè non si arriva alla stazione di diramazione di Pedace. Qui, finalmente, dopo qualche minuto di sosta, quello che chiameremo “SilaExpress“, impegna verso sinistra la diramazione che lo condurrà in Sila. Trascorrono pochi minuti, dopo un lungo curvone in salita, ed i viaggiatori vengono invitati ad osservare sulla loro sinistra, in basso, la stazione di Pedace da cui si è passati poco prima. Magie Ferrosilane!
Si transita lentamente dalla stazione di Magli, da Casole-Trenta, e si impegna il tratto in elicoidale parzialmente in galleria, dove la ferrovia sovrapassa se stessa (quasi come sul Bernina, attraversando il famoso viadotto di Brusio). Pedace-Serrapedace, Spezzano Piccolo e Spezzano della Sila: in quest’ultima stazione, si effettua una sosta più o meno lunga, per un rinfresco o un evento ricreativo, magari nel centro abitato stesso e non solo in stazione, da organizzarsi di volta in volta. In un verde lussureggiante (o tra mille colori diversi in autunno, o già nel manto nevoso in inverno) il viaggio prosegue, attraversando le stazioni di Celico, Rovito, Lappano. Durante il viaggio, a bordo delle vetture, un piccolo carrello permette di degustare e propone l’acquisto alcuni prodotti tipici della gastronomia locale.
Anche a San Pietro in Guarano, piccola sosta (o grande, in caso di organizzazione di eventi specifici), e si riparte: ad un certo punto, immediatamente dopo aver lasciato la stazione, il treno rallenta: ci troviamo nei pressi del famoso viadotto “Fiume”, posto in curva sopra l’abitato di San Pietro in Guarano, dal quale lo sguardo spazia fino alla vallata del Crati ed ai quartieri più moderni di Cosenza, e l’attraversamento a passo d’uomo, per permettere scatti fotografici o il semplice stupore dei viaggiatori, è ovviamente d’obbligo.
Ma adesso arriva il tratto più “tosto”, in cui la Sila dal volto più rude inizia a farsi sentire. Santo Janni, rampa del 60 per mille, Fondente, poi la lunga galleria di valico sotto Montescuro, quindi Moccone e la leggera sgambata fino a Camigliatello. A Camigliatello il treno panoramico è accolto dai fischi e gli sbuffi della mitica vaporiera FCL 353 (mica ce la siamo dimenticata!) in testa alle tre vetture a terrazzini Carminati&Toselli quasi novantenni come la locomotiva: il convoglio è pronto a partire (previa retrocessione a Moccone) a tutto vapore alla volta di San Nicola Silvana Mansio e San Giovanni in Fiore, a circa mezz’ora di distanza dall’arrivo del SilaExpress da Cosenza. Gran parte dei posti sono già occupati da partecipanti in partenza già da Camigliatello: il resto del treno storico viene riempito da parte dei viaggiatori giunti con il treno panoramico, mentre altri scesi da quest’ultimo, proseguiranno la propria giornata a Camigliatello e aree limitrofe, magari sciando o divertendosi con la mountain bike trasportata a bordo del convoglio. Altri restano a bordo delle vetture panoramiche: dopo qualche minuto, infatti, si riparte alla volta di San Giovanni in Fiore, dove il SilaExpress terminerà la corsa per consentire visite guidate o altre attività all’interno del grande centro silano e nell’hinterland (non dimentichiamo infatti Lorica, raggiungibile rapidamente tramite autobus in adduzione ai treni turistici).
Nel tardo pomeriggio, prima della partenza dell’ultima corsa del treno a vapore il convoglio panoramico si riavvia da San Giovanni in Fiore verso Cosenza, sostando nuovamente a Camigliatello e Moccone, “recuperando” così il suo carico di viaggiatori rientrati con il treno a vapore, ed in parte con le loro bici o sci, di ritorno dai loro percorsi naturalistici, storici e gastronomici attorno a Camigliatello.
Alcuni, addirittura, giunti a Cosenza Vaglio Lise, fanno ritorno nelle loro destinazioni ancora in treno, con i servizi di Trenitalia, per una giornata tutta ferroviaria ed eco-sostenibile. A proposito di eco-sostenibilità: un appunto che volevamo fare da tempo, riguarda le “emissioni” della locomotiva a vapore FCL 353 (ed in generale di tutte le vaporiere). La trazione a vapore, nonostante esista grazie ai combustibili fossili (carbone), ha emissioni inquinanti molto più basse di un motore diesel. Le emissioni delle locomotive a vapore, infatti, sono composte quasi totalmente da vapore acqueo (in alcuni casi vicine al 100%), e soltanto una minima parte è il prodotto della combustione del carbone.
Torniamo quindi al nostro argomento, e soprattutto torniamo un po’ alla realtà.
Fermo restando che la realizzazione di tutto ciò, dall’acquisto dei due convogli panoramici al ripristino funzionale della linea ferroviaria da Pedace a Moccone, non potrebbe prescindere dall’utilizzo dei fondi europei destinati ad infrastrutture e turismo (attiva la programmazione POR-FESR 2014-2020) , sul tratto ferroviario in questione l’intervento più importante è sicuramente uno: l’eliminazione dello smottamento di Santo Janni, e la messa in sicurezza dell’area franata a causa di una errata canalizzazione delle acque piovane. Un intervento probabilmente non esageratamente oneroso, che sarebbe in ogni caso necessario per ridare continuità alla Ferrovia Silana…anche senza treno panoramico. In caso di necessità (per es. interventi di manutenzione), infatti, dovrebbe essere possibile trasferire a Cosenza via ferrovia la vaporiera FCL 353, le relative vetture, il locomotore Lm4 o qualsiasi altro rotabile, senza ricorrere a complicati trasporti eccezionali via strada. Noi qualche mese fa abbiamo effettuato un sopralluogo con l’On. Giuseppe Giudiceandrea, proprio nel luogo in cui si trova la frana, della quale alleghiamo alcune fotografie.
Secondo intervento: ovviamente pulizia della linea da Pedace a Moccone, controllo delle opere d’arte, sostituzione delle traversine ammalorate, ripristino della funzionalità delle stazioni ferroviarie intermedie.
Terzo intervento: acquisto ed autorizzazione alla circolabilità su rete FdC dei convogli panoramici.
Quarto intervento: pianificare ed avviare il servizio, principalmente nelle giornate di sabato, domenica, festivi “speciali”, estate ed inverno in presenza della neve.
E proprio a proposito di neve, la proposta di istituire un simile servizio ferroviario, non ha una valenza esclusivamente turistica come potrebbe apparire: il rilancio di tutta l’area silana attraverso questa iniziativa, si affianca infatti ad un’altra importantissima questione, ovvero la sicurezza di tutti coloro che vogliono raggiungere la Sila. Vista infatti la ben nota pericolosità della SS107 silano-crotonese, specie in inverno ed in presenza di precipitazioni nevose, il SilaExpress potrebbe rappresentare un valido mezzo di trasporto alternativo alla gomma, per “intercettare” almeno una parte delle migliaia di persone che si spostano in auto da Cosenza ed hinterland alla Sila. Si offrirebbe inoltre un servizio di mobilità dolce ed ecosostenibile, amico della natura, proprio come lo è l’intera ferrovia silana, costruita dai nostri antenati nel pieno rispetto ed integrata all’ambiente circostante: il SilaExpress con le sue trasparenze delle vetrate e la livrea che richiama la natura, diventerebbe un completamento del paesaggio, un abbellimento, e si inserirebbe tra i boschi e le praterie silane come in un bel plastico.
Dopo avervi fatto sognare ad occhi aperti, vogliamo concludere con un punto di partenza (anche se sembra un ossimoro), principalmente rivolto alla Regione Calabria: sì ai fondi europei, ma iniziamo da ciò che è più semplice ed immediato, ovvero l’inserimento di questa nostra proposta all’interno del Masterplan per la Sila, presentato proprio pochi giorni fa, all’interno del quale sono previste numerose iniziative per il rilancio dell’area silana attraverso la costruzione di nuovi impianti di risalita, ripristino di storiche strutture ricettive ed altre iniziative similari. Siamo certi che il SilaExpress si inserirebbe nel masterplan con la stessa eleganza che lo contraddistinguerebbe durante il suo viaggio, piacevolmente slow tra i boschi silani!
Roberto Galati
Associazione Ferrovie in Calabria
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