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Mercoledì 27 febbraio, con l’intervento di Nadia Fusini, intitolato Shakespeare l’anonimo, è stato dato il via ai seminari dell’evento “Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo”, un progetto con svolgimento pluriennale pensato in vista dei quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, promosso dalla Scuola Dottorale Internazionale di Studi Umanistici dell’Università della Calabria.
L’apertura dei lavori è stata preceduta dalla presentazione del progetto, nella sua interezza, da parte del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Raffaele Perrelli, dal Direttore della stessa Scuola Dottorale Roberto De Gaetano, e dal curatore della lunga rassegna cinematografica dedicata a Shakespeare Bruno Roberti. L’intervento di Nadia Fusini, studiosa, scrittrice, traduttrice e docente presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane, è partito proprio dal riferimento al film Anonymus di Roland Emmerich (con il quale sono state inaugurate le proiezioni shakespeariane all’Auditorium Cams dell’Unical) e alla vicenda del mistero intorno alla vera identità di Shakespeare. La volontà di Emmerich espressa nel film, secondo la studiosa, è stata quella di giocare con la verità, intrecciando ipotesi, ma soprattutto leggende, intorno alla figura dello scrittore. Tali elementi hanno contribuito a creare una figura complessa, formata anche da elementi di pura fantasia, ma che ci pone di fronte ad una questione incontrovertibile: l’identità di Shakespeaere non può essere quella dell’uomo del popolo spesso tramandata, non fosse altro per la mole delle opere scritte e per i tempi serratissimi della sua produzione drammaturgica, che ha visto nascere, a distanza a volte di soli pochi mesi, una lunga serie di capolavori assoluti. Sono infatti stati scritte a brevissima distanza l’una dall’altra (tra il 1599 e il 1600) opere quali: Troilo e Cressida, Giulio Cesare, Amleto, Molto rumore per nulla Come vi piace La dodicesima notte, Le allegre comari di Windsor, Enrivo V. La portata di tali opere e la loro intensità sono elementi che buttano un alone di mistero sulla figura di Shakespeare, che non poteva avere tale cultura se non fosse stato davvero un aristocratico (versione accreditata anche dal film di Emmerich).
Al di là delle vicende della reale identità dello scrittore, ciò che viene fuori dalla riflessione di Nadia Fusini, profonda conoscitrice non solo di Shakespeare, ma di tutto il teatro elisabettiano, è che Shakespeare sia un vero e proprio “avatar” del teatro, in quanto nelle sue opere è possibile rintracciare la pura essenza del Teatro stesso. Nelle sue opere è racchiusa la tradizione classica, è racchiuso il suo tempo e il teatro dei secoli a venire. Secondo Nadia Fusini, infatti, in Shakespeare c’è già tutto Beckett.
L’incontro si è concluso con numerosi interventi dal pubblico, da parte sia dei dottorandi della S.D.I.S.U. sia di alcuni dei docenti Unical presenti, come Marilena Parlati, Daniele Vianello, Claudia Stancati, Carlo Fanelli.
La stessa Nadia Fusini ha presentato il progetto Shakespeare 2016 alla Radio Svizzera con un intervento che è possibile ascoltare al: http://retedue.rsi.ch/home/ networks/retedue/ approfondimento/inaltreparole/ 2013/02/25/nadia-fusini.html? selectedAudio=3#Audio
E continua il lungo programma della prima parte dell’evento “Shakespeare 2016. Lo spettacolo del mondo”, con un triplo appuntamento cinematografico in questa prima settimana di marzo, che avrà luogo, come sempre nell’Auditorium Cams del Polifunzionale Unical.
Martedì 5 marzo, ore 21.00, grazie al film Shakespeare a Palermo di Francesca Comencini, saremo proiettati nelle prove dell’opera teatrale Sogno, che ci introdurrà gli aspetti fondamentali del teatro del grande maestro Carlo Cecchi. A seguire sarà proiettato L’estate breve di Raoul Ruiz, grande regista recentemente scomparso e caro all’Università della Calabria per essere stato il protagonista di un proficuo laboratorio realizzato insieme agli studenti del Dams. Invitato dal Teatro Garibaldi di Palermo a creare un’opera partendo da un adattamento, Raoul Ruiz decide di basarsi su Sogno di una notte di mezza estate del drammaturgo inglese.
Giovedì 7 marzo, sempre alle ore 21.00 , sarà la volta di I misteri di un convento di Manoel de Oliveira, film tratto dal romanzo As Terras Do Risco di Agustina Bessa-Luís,
incentrato sulla vicenda di uno studioso americano, Michael Padovich che, per dimostrare come Shakespeare fosse in realtà un ebreo spagnolo, si reca, in compagnia della moglie Hélène, nel convento francescano di Arrábida per svolgere le sue ricerche nell’antica biblioteca.
Mercoledì 6 marzo, alle ore 15.00, presso l’Aula Dioniso dell’Unical (Cubo 17 B, 2° piano), avrà luogo il secondo seminario del progetto. Dopo l’apertura sul tema dell’impersonale in Shakespeare, ad opera di Nadia Fusini, sarà la volta di “Bildungsroman shakespeariano a Palermo: Carlo Cecchi e la nuova generazione di attori italiani”, seminario a cura di Dario Tomasello, drammaturgo e docente di letteratura italiana contemporanea e Discipline dello
Spettacolo presso l’Università di Messina.
Il progetto “Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo”, articolato per linee tematiche, prevede seminari, lezioni magistrali, laboratori, produzione di spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche che continueranno fino a fine maggio e avrà svolgimento pluriennale; si svolgerà tra l’Università della Calabria e il Cinema Italia/Tieri e ed è organizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale “Fata Morgana”.
Info fatamorgana.associazione@gmail.com
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