Sgombero Canossiane: l’allarme si propaga sui social network

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Riportiamo il comunicato diramato da Rifondazione Comunista Cosenza: Siamo seriamente preoccupati dell’allarme lanciato sui social network circa il possibile sgombero dell’ex stabile della Canossiane di Cosenza che, per giunta, dovrebbe avvenire proprio mentre infuriano le polemiche sugli affari e gli interessi che condizionano le politiche abitative pubbliche e favoriscono la speculazione del cemento nell’area urbana.

L’ex struttura delle Canossione, inutilizzata da cinque anni e lanciata dal pio ordine sul mercato della speculazione edilizia, in nome del dio denaro, da più di un anno è diventata la casa di tantissimi cittadini cosentini, stanziali e d’adozione, che con determinazione e coraggio, a fronte di una inesistente politica abitativa dei governi regionale e nazionale e del totale disinteresse di tutte le istituzioni locali, sono riusciti ad ottenere un tetto ed un luogo in cui vivere anche grazie all’impegno volontario e meritorio del comitato Prendo Casa di Cosenza.

Quel posto, che dovrebbe essere valorizzato, frequentato e visitato da tutti i cosentini e portato a modello di convivenza civile tra cittadini di nazionalità, tradizioni, religioni e lingue diverse, è un luogo che pulsa vitalità e gioia, pieno di famiglie e di tanti bambini che finalmente hanno trovato un luogo in cui vivere e crescere serenamente.

Chiediamo alla proprietà, alle autorità ecclesiastiche, al vescovo, a chi ha la responsabilità di ordinare ed eseguire il preoccupante sgombero, al prefetto, al sindaco della città e presidente della provincia, al presidente della regione ed a tutti i rappresentanti delle istituzioni, che potrebbero e dovrebbero intervenire con determinazione in difesa dei diritti di questi cittadini cosentini, di attivarsi, ognuno in prima persona e nel proprio campo, per scongiurare la possibilità che venga messa in atto tale deportazione.

In caso contrario, alcuni di loro saranno i responsabili materiali di questa barbarie mentre tutti ne saranno i responsabili morali.

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Author: mario.labate

mario labate - collaboratore presso la testata ntacalabria.it

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