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Ecco i beni che sono stati sequestrati questa mattina nei confronti dell’imprenditore bruzio Pietro Citrigno.
Citrigno é un personaggio molto noto e, tra le altre cose, proprietario dell’ex Calabria Ora, da alcuni mesi L’Ora della Calabria, di cui è editore il figlio Alfredo. Il provvedimento nei suoi confronti è stato emesso dal Tribunale di Cosenza, su proposta del direttore della Dia, a seguito di complessi accertamenti patrimoniali effettuati dagli uomini della Sezione Operativa di Catanzaro ed è correlato alla condanna per usura.
BENI SEQUESTRATI
Tra i beni sequestrati ci sono la società Edera srl che si occupa della costruzione e commercializzazione di immobili; la Meridiana srl che realizza e gestisce strutture ricettive, alberghiere, ospedali e case di cura; la Riace srl che si occupa della costruzione di strutture ricettive, sanitarie e socio-assistenziali. Sono stati apposti i sigilli anche ad una parte del capitale sociale della Monachelle srl (23,33%), dedita alla realizzazione e gestione di case di cura, laboratori, centri diagnosi e stabilimenti termali; la società San Francesco (25% del capitale), dedita alla gestione di strutture di assistenza riabilitativa per aziani; 37 fabbricati, tra cui le cliniche Villa Gioiosa di Montalto Uffugo e Villa Adelchi a Longobardi, nel cosentino, e 5 terreni.
PROCESSO TWISTER
L’accusa contro Citrigno era stata formulata nell’ambito del processo Twister. In primo grado, i giudici di Cosenza inflissero 3 anni e 10 mesi all’imprenditore. La corte d’Appello di Catanzaro, malgrado la richiesta di assoluzione da parte del pg Eugenio Facciolla per l’intervenuta prescrizione del reato, rincarò la dose riconoscendogli la continuazione del reato in merito ad altri due episodi, che in primo grado avevano conosciuto la prescrizione. La condanna fu a 4 anni e 8 mesi, divenuti definitivi nel 2011 dopo la decisione della Cassazione di respingere il ricorso dei difensori. L’imprenditore fu anche condannato a risarcire in separata sede due sue presunte vittime di usura.
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