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Continua anche durante l’operazione “Mare Sicuro” l’attività della Guardia costiera per il controllo ambientale e la prevenzione di abusi che possono danneggiare la qualità del mare; nel Compartimento marittimo di Corigliano Calabro, in armonia alle direttive della Direzione marittima di Reggio Calabria e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, è infatti proseguita l’individuazione delle criticità e la definizione delle misure più idonee a garantire la tutela dell’ambiente marino e costiero per una balneazione sicura.
Nei giorni scorsi, a conclusione di lunghe e laboriose attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, personale militare appartenente al Compartimento marittimo, agli ordini del Capitano di Fregata (CP) Antonio D’AMORE, ha sottoposto a sequestro penale preventivo, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Castrovillari, l’impianto di depurazione sito in località Tiglio del comune di Alessandria del Carretto, uno dei 44 comuni ricadenti nella giurisdizione a fini marittimi della Capitaneria di porto di Corigliano Calabro.
Infatti, a seguito di sopralluoghi, verifiche tecniche ed accertamenti svolti dai militari della Guardia Costiera dell’Ufficio Locale Marittimo di Trebisacce con i tecnici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente, è stato accertato il cattivo funzionamento del sistema di depurazione delle acque, anche perché l’impianto risulta sprovvisto di alcune apparecchiature elettromeccaniche di automazione come il gruppo elettrogeno ed il sistema di clorazione risulta non funzionante.
L’intero impianto è stato sottoposto a sequestro penale preventivo dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta del Pubblico Ministero con facoltà d’uso ai soli fini manutentori da parte del personale indicato dall’autorità comunale, al quale il depuratore è stato consegnato per la custodia.
Nel provvedimento del GIP si evidenzia, fra l’altro, che le acque reflue non correttamente depurate provenienti dall’impianto finiscono in un fosso di corpo idrico superficiale il quale successivamente si immette nel torrente Saraceno, che il torrente è così inutilizzabile da parte della comunità e si deteriora con grave rischio per la salute pubblica, si è determinata la distruzione e/o il deturpamento del corpo idrico superficiale e si tratta di aree sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale in quanto ricadenti all’interno del Parco Nazionale del Pollino.
L’Amministrazione Comunale, subito interessata della questione, ha manifestato disponibilità ad eliminare gli inconvenienti riscontrati nel più breve tempo possibile.
La posizione degli amministratori della ditta titolare della gestione e della manutenzione degli impianti nonché dei responsabili dei diversi uffici comunali interessati è al vaglio dell’Autorità giudiziaria.
I controlli, da parte dei militari della Guardia costiera, relativi alla qualità delle acque di balneazione ed agli scarichi in mare, proseguiranno nel corso della stagione estiva insieme all’ARPACAL nell’ambito della convenzione sottoscritta a livello regionale, a tutela dei bagnanti e dell’intero ambiente marino e costiero.
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