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La Guardia di Finanza di Cosenza ha posto sotto sequestro preventivo finalizzato alla confisca un appartamento – in provincia di Cosenza – con relativi garage e soffitta, del valore di circa 230.000 euro.
Nello specifico, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza cosentina hanno eseguito indagini economico-patrimoniali ex art. 12 sexies D.L. 306/92, delegate dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di Reggio Calabria.
Detti accertamenti verso il soggetto in argomento hanno avuto, come presupposto per l’applicazione, una precedente condanna per associazione mafiosa di cui all’art. 416 bis c.p., divenuta irrevocabile nel luglio 2000.
La ricostruzione reddituale e patrimoniale operata in modo certosino dai Finanzieri, ha fatto emergere la sproporzione tra il patrimonio accumulato e la capacità reddituale del soggetto sottoposto ad indagini.
Ai fini dell’applicazione di detta norma, oltre al valore sproporzionato di tale complesso patrimoniale rispetto al reddito dichiarato, è stata dimostrata la mancata giustificazione della legittima provenienza dei beni in argomento.
La ratio della normativa è quella di aggredire posizioni economiche e patrimoniali in assenza di elementi probatori che dimostrino la diretta derivazione causale dei beni aggredibili, dal reato per cui sia stata pronunciata la condanna.
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