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Nell’area archeologica di “San Gada,” situata a Laino Borgo, è stata effettuata una straordinaria scoperta: un antico luogo di culto risalente al periodo compreso tra la fine del V e l’inizio del III secolo a.C.
Questo rilevante ritrovamento si è aggiunto a una serie di scoperte precedenti, delineando una storia affascinante di antiche civiltà e pratiche religiose nella regione.
L’area di “San Gada” era già stata oggetto di interesse grazie alla scoperta di una vasta vasca in laterizio e a un ampio settore di produzione che includeva forni e grandi giare, noti come pithoi.
Quest’anno, durante la quarta campagna di scavi archeologici, condotta dal dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina sotto la guida del professor Fabrizio Mollo, è emerso un ulteriore settore produttivo.
Quest’ultimo include una grande vasca di decantazione, strutture di adduzione dell’acqua e una pavimentazione drenante in laterizio.
L’elemento più straordinario di questa scoperta è la presenza di un luogo di culto dedicato a una divinità femminile, con riti di passaggio e elementi associati alla fertilità.
Le offerte votive, che includono oggetti in terracotta e ceramica, gettano nuova luce sulle credenze religiose e sui rituali praticati dalla comunità che abitava la regione tra la fine del VI secolo a.C. e l’età ellenistica.
Secondo il professor Mollo,
quest’area sta lentamente rivelando le caratteristiche di un centro urbano lucano, con una struttura che si è sviluppata tra la metà del IV e la seconda metà del III secolo a.C., seguendo il modello delle grandi case a cortile italiche.
La vastità dell’area, quasi 50 ettari, e la presenza di reperti e strutture in tutto il territorio la rendono il più importante insediamento abitativo nella valle del Lao-Mercure.
La comunità di Laino Borgo, guidata dalla sindaca Mariangelina Russo, ha sostenuto attivamente le attività di scavo.
Il finanziamento del Parco Nazionale del Pollino ha reso possibile queste importanti scoperte.
La sindaca ha sottolineato l’importanza di continuare a rivelare e valorizzare il patrimonio archeologico dell’area e ha fatto appello alla Regione Calabria per ulteriori fondi che consentano di proseguire in questo importante lavoro di ricerca e recupero storico.
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