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I. sottoscritti Consiglieri Comunali, in ordine al T.U.E.L. 267/00, lo Statuto Comunale e l’art 52 del Regolamento del Consiglio Comunale di Scalea, interpellano il Sindaco,
premesso che:
è pervenuta ai sottoscritti consiglieri comunali la deliberazione n°100/2012 del 6 luglio 2012 della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti della Calabria. Il documento, protocollato presso il Comune di Scalea in data 12 luglio 2012, contiene l’espresso ordine da parte della Corte di trasmettere al presidente del Consiglio Comunale di Scalea, cioè il Sindaco Pasquale Basile, per l’inserimento all’ordine del giorno del primo Consiglio Comunale utile. Nonostante tale tassativa richiesta della Corte, il Sindaco ha mantenuto nascosto il documento nel corso dei due Consigli comunali che si sono tenuti in questo periodo.
La deliberazione veste straordinaria importanza perché riguarda molte irregolarità e criticità della gestione contabile dell’amministrazione di Scalea, e precisamente:
1) Grave irregolarità per la tardiva approvazione del rendiconto 2010, deliberata dal Consiglio Comunale in data 29.11.2011;
2) Mancato invio del Rendiconto alla Corte dei Conti, nonostante le sollecitazioni della stessa Corte inviate in data 20.10.2011 e 09.01.2012, in violazione del principio costituzionale di leale collaborazione tra i poteri della Repubblica;
3) La mancata trasmissione delle misure correttive adottate dal Consiglio Comunale per sanare le irregolarità segnalate nelle deliberazioni della Corte n. 576/2010 e 538/2011;
4) Violazione degli indici di stabilità strutturale per quanto riguarda il volume e l’ammontare dei residui attivi, volume dei passivi attivi e per l’esistenza al 31.12.2010 di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5% rispetto alle entrate correnti;
5) Scarsa capacità del Comune di Scalea di riscuotere le sanzioni amministrative per violazione del codice della strada e incapacità di recupero dell’evasione tributaria;
6) Mancato adempimento delle prescrizioni di legge per quanto concerne l’adozione di strumenti per prevenire nuove situazioni debitorie;
7) Permanente ricorso da parte del Comune di Scalea ad anticipazioni di cassa che denotano una grave criticità della situazione di cassa.
Altri rilievi vengono evidenziati dalla Corte dei Conti relativamente agli organismi partecipati, alla rinegoziazione di mutui, alla contrattazione integrativa, ecc.
Nella deliberazione di che trattasi la Corte, ai sensi di legge, chiede l’adozione di necessarie misure correttive che devono assolutamente essere assunte entro tre mesi, per non incorrere negli effetti dell’art. 6, comma 2, del d.lgs n°149/11. In sostanza qui si parla di scioglimento del Consiglio Comunale di Scalea.
Si chiede di conoscere:
– i motivi per cui il Sindaco, pur rendendosi conto di andare incontro a palese violazione di legge, non ha ritenuto di informare il Consiglio Comunale di Scalea della già richiamata deliberazione della Corte, nonostante l’espressa ordinanza della stessa sezione della Corte dei Conti della Calabria e nonostante si siano tenute due riunioni del Consiglio (n.°5 del 17.08.2012 e n.°6 del 01.09.2012). Tra l’altro, nel primo di questi, è stato discusso e approvato proprio il Bilancio e quindi la sede propria per adempiere all’obbligo impartito dalla Corte.
– Se, di fatto, mentendo al Consiglio Comunale, il Sindaco Basile non abbia violato non solo le leggi in materia di trasparenza, ma abbia nascosto al Consiglio le gravi irregolarità derivanti dalla propria gestione rilevate dalla Corte dei Conti. Il Sindaco ha calpestato anche i diritti e le prerogative dei Consiglieri comunali, sanciti dal T.U.E.L. 267/00, lo Statuto del Comune e il Regolamento del Consiglio Comunale.
– Se tali gravi irregolarità di gestione finanziaria, derivate anche dalla precedente amministrazione, ma che nessun provvedimento ha adottato il Sindaco per sanarle o limitarle, non siano legate alla sua impotenza di promuovere misure correttive ai fini della sopravvivenza politica, cioè di garantirsi il mantenimento della carica di Sindaco di Scalea. Infatti, tra le misure possibili, poteva perseguire la via del dissesto che, in tutta evidenza, gli è stato impedito da quella parte della Giunta e di maggioranza composta da stessi soggetti della precedente amministrazione che ha generato il disastro economico del Comune ammontante a circa 34 milioni di euro;
– Se di fronte alle gravissime situazioni in cui versa l’Ente, -che oltre le inadempienze rilevate dalla Corte dei Conti, presenta: a) difficoltà e incapacità amministrative riguardanti anche la gestione dell’ordinario; b) crisi politica generata in solitudine dal Sindaco per il ritiro delle deleghe agli assessori, crisi che dopo settimane appare senza soluzione; c) accesso delle Forze dell’Ordine (su delega della Direzione Distrettuale Antimafia), presso gli Uffici comunali, per il controllo di un ingente quantitativo di documenti;- il Sindaco non ritenga necessario porre in essere una operazione verità, cioè una seria e attenta riflessione e confronto in Consiglio Comunale, per riferire la difficile situazione in cui versa il nostro Comune.
Il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutta l’Assemblea dovrebbe condurre all’unica soluzione possibile e cioè l’autoscioglimento del Consiglio Comunale stesso. Ciò, a tutt’oggi, appare indispensabile prima che altri Organi dello Stato, come la Magistratura contabile o la Magistratura ordinaria, provvedano a realizzarlo con grave vergogna personale e politica non solo del Sindaco Basile, ma di tutti i consiglieri comunali, rappresentando soprattutto una indelebile macchia nella coscienza civile e nell’importante storia della Città di Scalea.
Scalea, 16 settembre 2012
I CONSIGLIERI
Palmiro Manco, Alessandro Bergamo.
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