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Un amore antico nato durante la vita del Santo. Siamo tra il XIII° ed il XIV° secolo quando proprio a San Marco Argentano il frate, proveniente dal Marocco, si fermò per alcuni giorni presso il Convento sito in Piazza Riforma. A testimoniare questo evento alcune fonti storiche e, soprattutto, quello che può essere definito un vero e proprio miracolo: un affresco del Santo che si sarebbe formato da solo per volere di Antonio il quale, per mezzo di quest’opera, così decise di lasciare una traccia del Suo passaggio sul territorio normanno . È una raffigurazione unica al mondo (ancora conservata benissimo grazie ad una speciale protezione in vetro) nella quale compare un personaggio diverso rispetto alla descrizione offerta tradizionalmente. Si vede il corpo di un uomo magro , scuro in volto e logorato dalla malattia. È una delle rare immagini in cui Sant’Antonio non tiene in braccio Gesù Bambino ma un libro all’interno del quale è possibile leggere i versi del Si quaeris e un giglio (fiore simbolo del Santo).
Il legame del popolo sammarchese è andato rafforzandosi nel corso del tempo grazie soprattutto alla devozione dei contadini e, se i tempi cambiano, resta forte il rapporto con i frati minori.
A margine dell’incontro sarà presentato l’iniziativa del Terz’Ordine Francescano di San Marco che per celebrare la festività dedicata al santo patavino, in collaborazione con Poste Italiane, ha realizzato un annullo filatelico che sarà possibile avere il 13 giugno recandosi presso il Convento di San Marco Argentano.
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