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L’istituto tecnico Industriale “Ettore Majorana” di Rossano ha ospitato nella mattina di ieri 5 Ottobre, alla presenza di numerose autorità civili, politiche e religiose, la “Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Scolastico 2015-2016″ promossa dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca-Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, con il patrocinio della Regione Calabria e del Comune.
La città di Rossano è stata scelta come simbolo della volontà e della forza dei giovani calabresi (oltre 500) che, all’indomani del drammatico nubifragio che lo scorso 12 agosto ha colpito la città, si sono resi protagonisti di una grande reazione che li ha visti in prima fila, al fianco della popolazione colpita, a spalar fango ed a testimoniare, attraverso gesti concreti, solidarietà e vicinanza all’intera comunità. Al termine della cerimonia di inaugurazione, le Autorità presenti hanno consegnato ai rappresentanti di ogni Istituto scolastico cittadino un alberello di ulivo, che sarà piantato nel cortile delle scuole e, a loro volta, hanno ricevuto dagli stessi rappresentanti un bonsai di ulivo, come segno dell’impegno da assumere a non trascurare, per il futuro, Rossano e le sue scuole. Un gesto concreto, voluto dalla locale Amministrazione comunale per sottolineare la forza d’animo e la forte volontà di una comunità che, dopo l’alluvione del 12 agosto scorso, anzichè lamentarsi e stare ad aspettare che altri fossero ad intervenire, si è rimboccata le maniche per ricostruire e ripartire.
Tutti gli intervenuti, dal sindaco Antoniotti al Prefetto Tomao, dall’Assessore Roccisano all’arcivescovo di Rossano mons. Giuseppe Satriano, dal Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale Diego Bouchè al presidente della Regione Mario Oliverio hanno sottolineato il ruolo della scuola che “oltre a fornire nozioni deve formare i giovani ad essere cittadini”.
L’assessore Roccisano, dopo aver ringraziato i giovani “per averci dimostrato che la Calabria non è più quella che viene descritta nel libro di Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”, ha voluto sottolineare l’importanza di una scuola che si apre al mondo esterno, che dialoga con i detenuti (è stata ascoltata una testimonianza di uno di essi), che offre nuove competenze e qualifiche su cui investire per agevolare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e dare dignità e merito a professioni diverse da quelle tradizionali che, per troppo tempo, sono state considerate di secondo piano, ha citato mons. Bregantini, per sottolineare la necessità che le istituzioni cooperino tra di loro se vogliono raggiungere obiettivi importanti.
“Solo tu puoi farcela – ha concluso Federica Roccisano – ma non puoi farcela da solo. Se vogliamo davvero che quanto è accaduto Rossano il 12 agosto scorso diventi un fatto positivo e permanente, un cambio di passo ed un’inversione di tendenza definitiva, mettiamoci insieme, perché solo insieme possiamo cambiare questa terra”.
Sulle stesse corde gli altri interventi.
“Per riscattare la nostra terra –ha detto il Presidente della Regione, Mario Oliverio – dobbiamo costruire una cultura positiva e solidale. Questo è il messaggio che oggi vogliamo lanciare da Rossano e su cui tutti siamo chiamati a profondere un impegno straordinario e corale. Nessuno ci ha mai regalato niente e nessuno ci regalerà niente anche per il futuro. Nè il vittimismo potrà essere la leva per riscattare la nostra terra. I giovani, a cui diamo atto di aver aperto una nuova pagina nella storia della Calabria, possono essere gli artefici di una nuova cultura perché rappresentano la parte della società che più di altre è libera da sedimentazioni culturali, da incrostazioni negative, da un senso delle cose che può consentire loro di costruire un nuovo protagonismo ed una Calabria nuova e diversa. Il futuro, in un mondo caratterizzato da tumulti e cambiamenti, si conquista se ancora permangono e resistono all’interno delle nostre comunità valori forti. Qui, nel Sud ed in Calabria, questi valori ci sono ancora, resistono alla monetizzazione e al mercimonio dei rapporti umani e i nostri giovani lo hanno dimostrato sul campo proprio a Rossano”.
“Per costruire il nostro futuro – ha concluso Oliverio – dobbiamo partire da quì e dobbiamo farlo sapendo che la scuola è il primo luogo dove si formano gli uomini del domani, ma anche il luogo in cui si impara ad essere orgogliosi di appartenere ad una comunità e ad un territorio, ad essere liberi da ricatti e dipendenze e portatori di valori forti ed inattaccabili come dignità, libertà e solidarietà”.
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