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In attesa dell’anteprima nazionale del film “Abbraccialo per me” del regista Vittorio Sindoni, che presenterà a Rossano il lavoro realizzato sabato prossimo alle ore 17, presso il Cinema “San Marco” con Moisé Curía, protagonista maschile dell’opera cinematografica, gli studenti del locale Istituto di istruzione superiore Itas – Itc hanno avuto l’opportunità di visionare l’intera pellicola durante un’apposita matinée, riservata alla scuola guidata dalla dirigente Maria Gabriela Chiodo.
L’opera cinematografica racconta la storia di una famiglia siciliana tra commedia dramma e sentimenti: protagonisti una donna e suo figlio. L’amore di una madre, Caterina interpretata da Stefania Rocca, verso quello che ai suoi occhi è il più straordinario bambino al mondo fino a scoprire che, proprio suo figlio, tra tanti, è affetto da una disabilità intellettiva. Francesco (Moisé Curía) è un ragazzino vivace, allegro, con la passione per la musica. Il suo strumento preferito è la batteria, che suona di continuo. I primi segnali del suo disturbo mentale arrivano in famiglia come un fulmine a ciel sereno. La conseguenza di questo dramma porterà alla separazione di Caterina dal marito (Vincenzo Amato). Ma con l’aiuto della figlia (Giulia Bertini) questa madre coraggiosa combatterà contro tutti e contro tutto fino a trovare una speranza di salvezza per l’adorato figlio. Il regista Sindoni ha dedicato il film a tutte le persone vittime di disabilità intellettiva e alle loro famiglie per una speranza di una vita migliore. Al termine della proiezione, gli alunni hanno avuto la possibilità di interagire con l’attore rossanese Moisé Curia, assolutamente disponibile al dialogo con gli allievi dell’Itas Itc. Nell’introdurre i lavori i il giornalista Iapichino ha messo in risalto la valenza sociale del film “Abbraccialo per me”. Il bisogno oggettivo di “fare squadra sociale”, insieme alle istituzioni preposte per a seguire e supportare i disabili mentali.
Moise’ Curia ha risposto con fervore alle domande poste sia dal conduttore della giornata che dai ragazzi presenti. Fra l’altro, ha evidenziato il bisogno di offrire ai disabili mentali maggiore vicinanza e amicizia, creando un rapporto solidale e, soprattutto, avviando una reale integrazione tra il pubblico e il privato sociale.
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